Cultura

Liam Neeson giustiziere pieno di ironia

Un uomo tranquillo, thriller tra Coen e Tarantino

Redazione Ansa

(ANSA) ROMA 11 FEB - Nonostante la trama, 'Un uomo tranquillo', diretto dal norvegese Hans Petter Moland e con protagonista Liam Neeson, non è l'ennesimo 'giustiziere della notte', ovvero l'uomo qualunque che, per vendetta, pratica ad un certo punto la giustizia fai da te.
    In sala con la Eagle Pictures dal 21 febbraio, il film è infatti solo all'inizio un action thriller classico per diventare poi, in un crescendo di parodistica violenza, pieno di citazioni e diviso tra l'ironia colta dei fratelli Coen e lo spirito di Quentin Tarantino. Insomma ci si diverte anche nel veder elencare sullo schermo, con tanto di croce e fondo nero, il morto di turno appena uscito di scena.
    Liam Neeson nel film è Nels Coxman, un uomo che lavora come spazzaneve nella località sciistica di Kehoe in Colorado. Una persona semplice, appena nominata cittadino dell'anno, e sposato felicemente con Grace (Laura Dern). Improvvisamente la sua vita viene sconvolta quando il figlio adolescente viene ucciso da un potente boss della droga locale soprannominato il Vichingo (Tom Bateman). Coxman da quel momento in poi non sarà più lo stesso. Alimentato da uno smodato bisogno di vendetta, l'uomo, fucile a canne mozze sotto la giacca, inizia la scalata al boss passando attraverso tanti dei suoi uomini uccisi uno per uno. Nel frattempo è guerra anche tra il nevrotico e vegano vichingo e il suo diretto concorrente nel mercato della droga, ovvero Toro Bianco (White Bull). Tra le curiosità di questo film il fatto che è il remake 'ricco' di 'In ordine di sparizione', film del 2013 dello stesso regista norvegese, che aveva come protagonista Stellan Skarsgrd. E ancora tra le curiosità il fatto che Liam Neeson è piombato al centro di una bufera mediatica dopo aver dichiarato all'Independent che in passato, in preda alla rabbia a causa di una violenza subita da una sua cara amica, aveva pensato di vendicarsi uccidendo un uomo di colore. Le parole dell'attore nord-irlandese non sono affatto piaciute e anzi considerate offensive e razziste, tanto che martedì sera, il giorno dopo la sua intervista, a New York è stato annullato il red carpet che doveva precedere la première del film di Moland.
   

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