Cultura

Cinema: thriller e violenza per diventare padre

In sala l'action thriller 'Mio figlio' con Canet e Laurent

Redazione Ansa

 (ANSA) - ROMA, 20 SET - Julien Perrin (Guillaume Canet) è un padre assente, separato dalla moglie da più di un anno, che si interessa poco del figlio adolescente, Mathys, pieno com'è di impegni all'estero e dalla storia con la sua nuova compagna. Ma una volta scomparso misteriosamente il bambino, tutto cambia per Julien che scopre, anche attraverso la violenza, la sua più autentica vocazione alla paternità. Tutto qui 'Mio figlio' di Christian Carion, thriller-familiare spesso iper-violento e con un finale forse troppo aperto, già alla Festa di Roma 2017 e ora in sala dal 27 settembre con Nomad Entertainment.
    Come spiega il regista, "Mio figlio è la storia di un uomo che non sa bene a cosa va incontro e che si lascia andare ad azioni chiaramente non buone, esecrabili, illegali e punibili dalla legge, ma più che un thriller considero questo film la storia di un uomo che diventa padre".
    Un credibile Guillaume Canet (Last Night, Gli infedeli, The Beach) ci porta così lentamente nella sua notte, nel suo lato oscuro e da manager di successo diventa lentamente una sorta di 'giustiziere della notte'.
    Tutto parte quando Mathys scompare e la ex moglie, Marie (Melanie Laurent), disperata, lo chiama in aiuto. Julien, alla notizia, diventa subito preda dei sensi di colpa verso questo bambino che ha trascurato e si mette così subito in azione, non avendo alcuna fiducia delle indagini della polizia.
    "Il film mi è venuto in mente parlando con Guillaume Canet - spiega il regista - che è stato subito molto entusiasta, forse perché era diventato papà da poco, proprio come era capitato a me. E stato così tutto deciso in pochi secondi. Gli ho detto: 'Guillaume, voglio seguire una semplice idea. Il tuo personaggio è un uomo assente, sempre in viaggio. Torna a casa e scopre poi cose che non poteva neppure immaginare. Una situazione nella quale tu, come attore, ti potresti trovare davvero perché voglio reciti all'impronta senza conoscere la sceneggiatura. Sei disposto a rischiare?'. Canet è stato subito eccitato da questa idea. Ne abbiamo così riparlato - dice ancora Christian Carion - e abbiamo deciso che non volevamo solo un protagonista che non conoscesse la sceneggiatura, ma anche riprese in tempo reale.
    Insomma affidare tutto al momento".
    'Mio figlio', conclude il regista francese, "Non è comunque Il giustiziere della notte e Canet non è Charles Bronson. Il film è piuttosto il viaggio di un uomo che si perde lungo la strada, vittima della paranoia e sopraffatto dai sensi di colpa.
    Finisce così con l'agire in maniera irrazionale. Spero che tutto questo lo si possa alla fine comprendere senza accettare certo i comportamenti di Julien". (ANSA).
   

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