(di Gioia Giudici)
(ANSA) - MILANO, 6 SET - L'estetica dei videogame e quella
dei video di sport estremi che si trovano online, le telecamere
che diventano protagoniste e una provocazione sull'abuso delle
tecnologie: c'è tutto questo nell'action thriller 'Ride',
diretto da Jacopo Rondinelli, scritto da Fabio Guaglione e Fabio
Resinaro insieme a Marco Sani. Il film, prodotto da Lucky Red,
Mercurious con Timvision e con il contributo di Trentino Film
Commission, esce nelle sale il 6 settembre.
I protagonisti sono Max (Lorenzo Richelmy) e Kyle (Ludovic
Hughes), due riders acrobatici che condividono online ogni loro
esibizione e che un giorno vengono invitati a partecipare a una
misteriosa gara di downhill, la corsa in bici giù dalle
montagne, con in palio 250.000 dollari. Quella che affronteranno
- e lo scopriranno via via e con loro gli spettatori, con cui
condividono lo sguardo in soggettiva delle gopro montate sui
caschi e sui corpi degli attori - non è una normale gara, ma una
corsa estrema per la sopravvivenza, diretta da una sorta di
Grande Fratello.
"Ride è un thriller d'azione girato quasi solo con droni e
go pro - racconta Rondinelli, al suo primo lungometraggio dopo
una lunga esperienza nei video musicali e nei documentari -
l'idea era quella di trasferire l'estetica dei filmati di sport
estremi che si trovano su internet in una storia, in un
esperimento che nessuno aveva mai fatto prima e che è risultato
abbastanza delirante dal punto vista tecnico". 'Ride', le cui
riprese si sono svolte in Trentino la scorsa estate, infatti "è
un film sperimentale girato con microcamere che non sono fatte
per film veri e propri, così - spiega ancora il 45enne cineasta
milanese - abbiamo fatto mille esperimenti, anche con gli
attori, che avevano le telecamere fissate sui loro corpi". Se da
una parte la visione in soggettiva fa sentire lo spettatore
parte del videogioco, dall'altra il fatto che le telecamere
facciano parte della narrazione rimanda al genere inaugurato da
'The Blair Witch Project'. Su questo si innesta una regia
pensata come una sorta di diretta televisiva, che contribuisce a
sottolineare la provocazione sul rapporto malato con le
tecnologie che caratterizza i protagonisti e il pubblico stesso.
Max e Kyle, che hanno messo la loro vita online, scoprono
che i loro device gli si possono ritorcere contro. Non a caso i
monoliti che trovano nel bosco dove si svolge la gara, delle
sorte di check point dove ritirare bonus a seconda del risultato
raggiunto, hanno la forma di uno smartphone. "In questo senso lo
spunto viene da una serie come 'Black Mirror' ma noi abbiamo
voluto portare tutto all'eccesso - dice Rondinelli - immaginando
una misteriosa corporation stile Grande Fratello".
L'estetica strong e innovativa del film è già piaciuta a un
distributore cinese, che "si è comprato il film solo vedendo
alcune scene" e sarà ampliata da un fumetto e da un romanzo che
usciranno praticamente insieme al film. "Sono spin off con
personaggi secondari grazie ai quali si scoprono dei retroscena,
l'idea - spiega Rondinelli - è quella di creare un universo,
perché c'è una fame di nuovi contenuti pazzesca, il pubblico è
stanco dei soliti cliché del cinema italiano".
'Ride', action thriller tra acrobrazie e gopro
Diretto da Jacopo Rondinelli, protagonisti due riders