Cultura

Moglie e amante e Un marito a metà

Triangolo ironico di Leclère in sala dal 30 agosto

Redazione Ansa

 (ANSA) ROMA 31 AGO - Non poteva essere che una regista donna come Alexandra Leclère a dirigere 'Un marito a metà' in sala dal 30 agosto distribuito da Officine Ubu. Perché in questo classico triangolo perverso e ironico tra marito, moglie mora e amante bionda, in questa tipica commedia francese piena di dialoghi alla fine escono fuori molte verità al femminile su quello che accade tra due donne quando c'è un uomo nel mezzo e neppure troppo affascinante.
    Questa la storia. Dopo 15 anni di matrimonio e due figli, la violinista Sandrine (Valérie Bonneton) scopre che il marito Jean (Didier Bourdon) la tradisce con la bella e algida Virginie (Isabelle Carré), proprietaria di una libreria antiquaria.
    Inizialmente Sandrine fa la cosa giusta, chiede a Jean di lasciare subito Virginie e lui le ubbidisce per paura di perdere la famiglia. Ma poi Sandrine, animata da spirito materno, ci ripensa quando si accorge che Jean non è più felice. Decide così di proporre alla rivale una sorta di 'affido congiunto' (che è anche il titolo originale del film) del marito fedifrago.
    Una sorta di fifty-fifty, ovvero una settimana per uno con l'uomo desiderato. Ma il povero Jean, dopo un'iniziale felicità, si ritrova in un bel casino e con un trolley sempre in mano.
    Tanti i cambiamenti nella sua vita. La moglie, data per scontata, comincia ad avere modalità seduttive inaspettate, mentre l'amante diventa per la prima volta una casalinga con cui condividere cene e tv. Insomma tutto si ribalta, mentre monta chiaramente tra le due donne una lotta senza esclusione di colpi e la figura di Jean, allo stesso tempo, quasi tramonta nei loro cuori. E alla fine sembra solo restare un gioco di potere, crudo ma anche complice, tra Sandrine e Virginie.
    Dice del film l'attrice Isabelle Carré che interpreta l'amante: "In 'Il marito a metà' le donne sono al centro del gioco, anche se Jean è inizialmente contento della situazione finisce poi con l'essere disperato, infelice. un film - continua - in cui le donne non si lasciano mai andare e prendono il loro destino in mano".
    Di diverso parere Valérie Bonneton che rifiuta di classificare il film come femminista. " un film che fa bene alle donne, ma è un film 'normale', dal momento che i ruoli potrebbero essere invertiti".
    Va detto che la regista Alexandra Leclère non è nuova a provocazioni. Nel suo precedente film Benvenuti...ma non troppo aveva messo in scena una situazione di estrema attualità politica. Ovvero di una immaginaria legge del governo francese che obbligava i cittadini proprietari di appartamenti con stanze libere ad accogliere le persone più disagiate. panico in tutta la Francia e soprattutto al civico 86 di rue du Cherche Midi, dove in un lussuoso palazzo abita la famiglia Dubreuil, d'estrazione borghese e conservatrice, e i coniugi Bretzel, intellettuali e radical chic.
   

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