Cultura

Dogman, la vendetta di un uomo mite

In concorso il film di Matteo Garrone ispirato a cronaca

Redazione Ansa

Lontano mille miglia da Il racconto dei racconti (2015) e dalle sue favole colorate, Matteo Garrone torna in concorso a Cannes e in sala con il suo lato oscuro e le sue atmosfere sporche, le stesse de L'imbalsamatore. E lo fa con 'Dogman', ispirandosi alla storia vera di uno dei fatti di cronaca più efferati e splatter della storia di Roma. Era il 18 febbraio 1988 quando Pietro De Negri, tolettatore di cani e piccolo delinquente della Magliana, attrasse Ricci, suo complice di piccoli delitti ma anche suo persecutore seriale, nel proprio negozio. Lo convince a nascondersi in una gabbia per cani, un appostamento per una ventilata rapina, e poi consuma lentamente nel sangue la sua rancorosa e ragionata vendetta seviziando l'ex pugile per sette lunghe ore. Ma nel film del regista romano, più che la violenza perpetrata dal tolettatore Marcello (Marcello Fonte) nei confronti dell'energumeno Simoncino (Edoardo Pesce), protagonista la lunga gestazione della vendetta di un uomo mite, fragile, che cerca solo di sopravvivere in un quartiere di periferia (quello ricreato dallo stesso Garrone a Pinetamare ed esattamente sulla darsena abbandonata di Villaggio Coppola a Castel Volturno). Marcello con la sua voce nasale, buffa, è uno che ama davvero i cani, li chiama tutti con trasporto 'ammore', condivide addirittura con il suo bastardino un piatto di penne al pomodoro: un boccone a me e uno a te dice al cane servendolo con la sua stessa forchetta. Adora la sua figlia adolescente Alida che coinvolge appena può nel suo lavoro, è amato dai suoi amici del bar con cui gioca a calcetto e ha il solo desiderio di immaginare un futuro migliore per lui e la sua ragazzina. La vendetta monta in lui piano piano, quasi non se ne accorge, ma alla fine arriva con tutta la forza di una diga che si rompe. Va detto che il film ha il valore aggiunto dalla faccia triste di Marcello Fonte, un attore straordinario. È stato proprio il felice incontro con Fonte (da Palmares) che sembra abbia spinto lo stesso Garrone a chiudere la lunga gestazione di questo film difficile rimasto a lungo nel cassetto.
    Il film è in sala dal 17 maggio distribuito da 01 in 370 copie. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it