Cultura

Desplechin, vi racconto come vedo l'amore

Regista dei Fantasmi d'Ismael, Alba Rohrwacher la più grande

Redazione Ansa

Film d'apertura della 70/a edizione del Festival di Cannes e ora in sala dal 25 aprile con Europictures, I fantasmi d'Ismael di Arnaud Desplechin, nonostante il cast in cui spiccano Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Mathieu Amalric e la nostra Alba Rohrwacher, resta uno strano pastiche che mescola generi, alti e bassi, e alla fine spiazza tra citazioni di Hitchcock, Godard e Truffaut. Una storia tra commedia, dramma e spy story, con al centro un triangolo d'amore con tanto di fantasma. Da una parte c'è un regista, Ismael (Amalric), pieno di alcool e incubi ed esagitato come solo può esserlo questo attore francese, cineasta impegnato in una spy story e vedovo inconsolabile della moglie, Carlotta (Cotillard), scomparsa venti anni prima. Ora Ismael ha una relazione con una timida astrologa, Sylvia (Gainsbourg), ma forse non ha mai dimenticato davvero la moglie. In realtà Carlotta non è affatto morta e quando torna, inaspettata come un fantasma, cerca di riprendere il suo posto nella vita del regista senza troppi complimenti. E mentre il regista gira, con molte difficoltà caratteriali, il suo film con l'improbabile protagonista Ivan, diplomatico-spia (Garrel) che ha una relazione con Arielle (Rohrwacher), si consuma il dramma del ritorno alla vita di questa donna che rivuole tutto.
    Questo film "è parzialmente autobiografico - dice il regista oggi a Roma - e ne ho fatto due versioni: una più sentimentale in cui trionfa l'amore e una più lunga e con un taglio intellettuale. Il senso di questo I fantasmi d'Ismael - aggiunge il regista de I miei giorni più belli - è che l'amore arriva sempre all'improvviso, e non ci puoi fare nulla. E poi ricapita ancora e ancora".
    E aggiunge: "Amo molto il cinema d'autore, ma c'è in me anche un animo popolare e la voglia di mettere in scena cose elevate che siano a portata di tutti e con un taglio anche divertente".
    Ma le parole più belle del regista sono per Alba Rohrwacher: "Avevo due star internazionali, come la Gainsbourg e la Cotillard, e mi serviva un'attrice che non ne venisse schiacciata e lei per me resta la più grande star internazionale italiana con la quale voglio, tra l'altro, tornare a lavorare''.
    Dice la Roarwacher oggi a Roma: "È stato emozionante incontrare Desplechin la prima volta a Parigi, perché è sempre stato un mio regista di riferimento. Abbiamo iniziato a lavorare e mi ha subito messo a mio agio: 'non importa se non parli francese - mi ha subito detto -: lo imparerai. Chi è Arielle? Un personaggio doppio come indica il nome".
   

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