Cultura

Martin Freeman e i fantasmi "Non ci credo, ma chissà"

Attore tra i protagonisti di Ghost Stories di Dyson e Nyman

Redazione Ansa

Sì è una storia di fantasmi, proprio come indica il titolo 'Ghost Stories', ma il film di Jeremy Dyson e Andy Nyman, tratto da una loro pièce teatrale, declina poi in un'atmosfera grigia anni Settanta con un viaggio nel passato del protagonista, il professor Philip Goodman (Andy Nyman). Chi era Goodman? Una sorta di Piero Angela inglese noto a tutti per il suo scetticismo nei confronti di qualsiasi evento sovrannaturale nel suo programma tv (Truffe paranormali), nel quale smaschera false sedute spiritiche e sedicenti sensitivi.
    Il suo grande più grande mito e predecessore, Charles Cameron, scomparso in circostanze misterioso lo contatta improvvisamente e gli affida un compito non da poco: quello d'indagare su tre sconcertanti casi di attività paranormale che non possono essere ricondotti a simulazione e truffa.
    Goodman, come si vede nel film in sala dal 19 aprile con Adler Entertainment, affronta scettico i tre casi che si riveleranno, ciascuno a modo loro, davvero terrificanti. L'ultimo caso, quello con protagonista Mike Priddle (Martin Freeman), uomo di affari in attesa del primogenito, rivelerà a Goodman che, al di là dei fantasmi, c'è forse qualcosa che non va in lui.
    ''Sono aperto all'idea che i fantasmi esistano, ma non so poi se sia vero - dice a Roma l'attore inglese già Bilbo Baggins nella saga de Lo Hobbit e poi Dottor Watson nella serie cult Sherlock -. Da sempre si raccontano storie di fantasmi. Non ho vissuto episodi diretti, ma un paio di esperienze strane le ho avute, ma, alla fine, ho deciso che preferisco non sapere''.
    ''Sperare, credere nelle religioni o teorie politiche è una cosa che attira le persone specie quando non sono al massimo della loro felicita. La gente - dice Freeman - ha bisogno di credere in qualcosa, ha bisogno di speranza e questo è anche il caso del mondo paranormale''.
    Della saga di Hobbit ricorda principalmente:''La Nuova Zelanda, una terra bellissima con bellissima gente. Non riesco ad immaginare la mia carriera senza quella esperienza''.
    Il successo al botteghino di 'Black Panthers' non se lo aspettava davvero:''Nessuno poteva prevederlo. Penso sia dovuto a molte cose tra le quali, ovviamente, il fatto che ci fossero tanti eroi neri in un film Marvel, una cosa di per sé straordinaria. Credo poi ci siano di mezzo anche elementi sociali e politici e anche forme di identificazione''.
   

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