Cultura

Giordana, racconto il coraggio contro le molestie

Dall'8 marzo Nome di donna con Cristiana Capotondi

Redazione Ansa

'Nome di donna' di Marco Tullio Giordana, in sala dall'8 marzo 200 copie con Videa, sembra quasi un manifesto sulle molestie sessuali con la storia puntuale di Nina (Cristiana Capotondi), ragazza madre che si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Lombardia dove trova lavoro come assistente in una residenza per ricchi anziani. Qui la ragazza scoprirà che se vuole continuare a lavorare c'è un prezzo alto da pagare, quello di subire le attenzioni del dirigente della struttura Marco Maria Torri (Valerio Binasco). Un destino, quello di Nina, già subito da molte delle sue colleghe omertose riguardo a quello che accade.

"Due anni fa quando mi hanno proposto il film non è che il problema delle molestie sessuali non esistesse, ma non era così sugli scudi come oggi - dice a Roma Giordana -. Non volevo però fare un film di denuncia militante, ma solo raccontare di un personaggio femminile coraggioso e di quello che succede alle altre donne intorno a lei. Tutti personaggi - aggiunge il regista de I cento passi - non giudicati mai troppo". Il fatto che nel film venga coinvolta anche la Chiesa, il direttore del personale (Bebo Storti) è un sacerdote connivente, spiega Giordana:"non vuole comunque essere un accusa al clero. E questo oggi meno che mai. Nella Chiesa oggi con Papa Francesco molte cose stanno cambiando".

Comunque ci tiene a dire il regista de La meglio gioventù: "in Nome di donna si parla non solo di molestie al femminile, ma anche quelle dei preti verso i bambini, degli uomini verso gli altri uomini, perché in fondo è solo e sempre una questione di potere". La cosa interessante, spiega invece la Capotondi: "è il fatto che tutto si svolga sul luogo di lavoro. E questo anche in vista di quello che è accaduto poi. Nina ha solo voglia di lavorare e si rivela coraggiosa e folle nel denunciare il suo molestatore. Non mi è mai capitato di subire molestie - aggiunge l'attrice - ma ho sentito raccontare, anche in maniera coinvolgente, molte storie di questo tipo. La ricerca Istat parla chiaro (un'indagine ha rivelato che metà delle donne fra i 14 ai 65 anni ha subito ricatti sessuali sul lavoro o molestie in senso lato, ndr) e così bisogna bonificare una volta per tutte i luoghi di lavoro dalle molestie sessuali e dagli abusi psicologici". Nel cast del film, che ha avuto il sostegno di Dire (Donne in Rete contro la Violenza), una straordinaria Adriana Asti nel ruolo di una paziente, e Stefano Scandaletti, Michela Cescon, Bebo Storti, Laura Marinoni, Anita Kravos, Stefania Monaco, Renato Sarti, Patrizia Punzo e Patrizia Piccinnini.
   

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