Cultura

'Un padre, una figlia', foto di famiglia romena

In sala film di Mungiu, miglior regista al Festival di Cannes

Redazione Ansa

Anche i borghesi romeni, messi alle strette, sanno interpretare la legge a modo loro. E' quello che dice, con il suo passo lento e con una sceneggiatura perfetta, Cristian Mungiu in 'Un padre, una figlia' (titolo originale Baccalaureat), che ha ricevuto il premio per il miglior regista al Festival di Cannes ex aequo con Olivier Assayas per Personal Shopper. Il film, in sala con Bim a firma del regista già vincitore della Palma d'oro con '4 mesi, due settimane e 2 giorni', ha questa volta toni meno cupi e ci porta in una sorta di fotografia di una famiglia romena. Ed esattamente in quella di Romeo (Adrian Titieni), medico affermato in una piccola città della Transilvania e padre felice di Eliza (Maria Dragus).
    Nonostante qualche trasgressione (ha un'amante e vorrebbe lasciare la moglie), Romeo fa una vita ordinata nel rispetto della legge. Ma quando Eliza viene aggredita, alla vigilia di un esame che dovrebbe portarla in una prestigiosa università inglese, l'uomo mette mano a piccoli atti di corruzione dimenticando quegli stessi principi che aveva insegnato proprio alla figlia adolescente.
    Il film racconta insomma una storia di ordinaria piccola corruzione, di compromessi e lo fa seguendo, passo passo, la vicenda di questo borghese, piccolo piccolo, come fossimo dentro un documentario.
    ''Questo film - aveva detto Mungiu a Cannes - e' una radiografia di quel momento in cui avete realizzato i più importanti obiettivi della vostra vita. Spesso la vita a cinquanta anni somiglia molto a quello che avevate immaginato quando eravate giovani. Un padre, una figlia è una storia sui compromessi e i principi, sulle decisioni e le scelte, sull'individualismo e la solidarietà, ma anche sulla famiglia, sulla educazione e sul diventare vecchi''.
    E ancora il regista: ''questo film fa parte del cinema che da importanza alla realtà e al realismo. La storia così rispetta la cronologia degli eventi ma resta soggettiva, limitata al solo punto di vista dei personaggi principali. Ciò che importa - conclude - e' la verità del momento. Il punto di vista del regista a proposito delle questioni morali che solleva la storia, i personaggi, i valori e le credenze, niente deve distrarre rispetto ai crudi eventi per i quali potrete trarre le vostre personali conclusioni''.(ANSA).
   

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