Cultura

La Foresta di ghiaccio, thriller tra migrazione e vendetta

Film di Claudio Noce in sala dal 13 novembre

Redazione Ansa

"Avevo voglia di sperimentare un film di genere. Rivolgermi a un pubblico piu' vasto, avere un contatto con la realta' come appunto questa storia di migrazione, ma anche di vendetta''. Cosi' Claudio Noce parla del suo ultimo film, La foresta di ghiaccio, presentato al Festival del Cinema di Roma e in sala dal 13 novembre distribuito da Fandango. Il regista di Good Morning Aman porta sullo schermo il mistero che si sviluppa dietro l'apparente serenita' di un piccolo paese alpino. Nel cast Emir Kusturica, Ksenia Rappoport, Domenico Diele e Adriano Giannini.

Questa la trama: Con una tempesta che incombe minacciosa sullo sfondo, un giovane tecnico specializzato, Pietro (Domenico Diele) arriva nella valle per riparare un guasto alla centrale elettrica in alta quota e si trova improvvisamente di fronte ad una strana sparizione. Siamo a meno 15 di temperatura e a 2200 metri di altezza, c'e' un inquietante muro di cemento di una diga che sembra un confine tra uomini e una natura aspra. Qui c'e' appunto un manipolo di operai che si occupano della manutenzione della centrale elettrica, ma che non mancano anche di fare un lavoro clandestino: quello di far transitare ad alta quota immigrati clandestini dalla Slovenia verso l'Europa centrale. Pian piano Pietro, che e' ignaro di quello che succede, si trova a scontrarsi con Lorenzo (Adriano Giannini) e Secondo (Emir Kusturica). Quando Lorenzo scompare, Secondo che non e' altri che il capo della banda e vive solitario con un cane, cerchera' di trovarlo. In scena nel film anche una bella zoologa esperta di orsi (Ksenia Rappoport), in realta' un poliziotto sotto copertura che vuole vederci chiaro su quello che accade. Il film e' stato girato interamente nella Val Daone a ovest di Trento e il nucleo centrale della vicenda si svolge attorno alla diga di Malga Bissina.

''Lavorare in un ambiente cosi' particolare ha aiutato molto nella recitazione. Sentivamo dolore fisico. La natura in questo caso e' piu' forte dei personaggi stessi - spiega ancora il regista -. Non c'e' nessun film particolare a cui ho guardato - aggiunge-, ne' particolari autori anche se amo film come Mystic River e registi come Casavettes, Brian De Palma e Scorsese''. Dice invece Giannini:''quando e' arrivato il copione mi sono posto il problema di come poter rendere credibile il mio personaggio insieme a tanti veri montanari. Io interpreto un cow boy malinconico e romantico e, per essere piu' realistico, mi sono cosi' messo a bere un po' di grappa per gonfiare il volto''. Per la Rappaport la difficolta', dice, ''di interpretare un personaggio senza passato, senza una chiara sua storia privata''. Mentre il suo ricordo dei festival, in qualita' di madrina, e' solo negativo (lo e' stata a Venezia nel 2008, ndr):''ero nel panico totale. Devi mettere i tacchi. Fare la madrina e' stata la cosa piu' difficile delle mia vita, preferisco recitare''.

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