Cultura

Galore vince Drag Race Italia, 'scardiniamo i pregiudizi'

Si è chiusa su Paramount+ 3/a edizione. Satta ospite alla finale

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Un look che rendeva omaggio insieme al maschile e al femminile, alla libertà di essere stessi, all'orgoglio della propria identità. È stata la creazione per la finale della terza edizione di Drag Race Italia, che ha contribuito a portare alla vittoria Lina Galore, che 'out of drag' è Giovanni Montuori, 34enne di Avellino, di base a Milano da quando aveva 18 anni, laureato alla Bocconi in giurisprudenza ("avevo capito comunque che non sarebbe stata la mia strada"), consulente di strategie di comunicazione e produttore digitale.
    "Credo molto nel potere sociale della performance drag, dell'arte drag in generale" spiega all'ANSA Montuori, commentando la vittoria nel talent reality (versione italiana del programma iconico, vincitore di 27 Emmy, creato da Ru Paul) che dopo le prime due edizioni su Discovery è arrivato per la terza su Paramount+. L'episodio finale dello show, condotto da Priscilla, con in giuria Chiara Francini, Paola Iezzi e Paolo Camilli (più i giudici ospiti di puntata, da Tiziano Ferro a Alessandra Mastronardi, nell'ultima c'è stata Melissa Satta), è già su Paramount+ in Italia e su WOW Presents Plus in tutto il resto del mondo. "Nell'ultimo look volevo lanciare un messaggio, uno scardinamento di qualsiasi giudizio e pregiudizio legato al concetto di genere. È un argomento che ha trattato più volte in questa stagione anche Melissa Bianchini" prima drag queen transgender concorrente a Drag Race Italia (prodotto da Ballandi, con Fenton Bailey, Randy Barbato, Tom Campbell e RuPaul Charles da produttori esecutivi), arrivata alla finale, insieme a La Sheeva e Silvana della Magliana. Per Lina Galore, Montuori ha avuto tra le fonti d'ispirazione le pin-up anni '50 e l'immaginario delle cattive Disney. "Trovo l'arte drag estremamente nobile - aggiunge -. Indossare abiti non sempre riconducibili al proprio genere d'appartenenza è un atto di rivoluzione soprattutto nella società di oggi. In Italia ca va sans dire, visto come siamo messi in termini di predisposizione della politica rispetto alla sola esistenza della comunità lgbtqia+, ma stiamo vedendo che anche in America il drag oggi viene quasi criminalizzato". (ANSA).
   

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