Cultura

Gabriele Muccino "In A casa tutti bene 2 cadono le maschere"

Il regista sul set per la seconda stagione della serie

Redazione Ansa


  Proprio oggi, nel giorno in cui su Rai1 passa il film A CASA TUTTI BENE del 2018, Gabriele Muccino mette mano alla seconda stagione della versione seriale con una scena da girare al Gianicolo di Roma. Il regista lo ha annunciato ieri a Napoli dopo aver vinto il Nastro d'argento, del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici dedicato alla serialità tv, un nastro condiviso ex aequo con LE FATE IGNORANTI di Ferzan Ozpetek. "Sono molto felice di questo risultato - dice Muccino all'ANSA - . Ho avuto un grosso riscontro con questa serie di personaggi che sono tutti molto vivi e compiuti". Vantaggi della serialità? "Con le serie hai tempi enormi per approfondire la complessità umana in senso lato. Perché qualsiasi cosa racconti, alla fine parlo sempre di relazioni umane e della difficoltà di stare al mondo. Ed è vero che il film, con le sue due ore e mezza, spesso non permette di approfondire quanto sia imprevedibile la mente umana. In una serie invece riesci a comprenderne, passo dopo passo, i giochi. E ciò che ci appariva prima di un colore, ci appare poi diverso. Un altro modo questo di capire quanto sia complesso l'esistere". Differenze di linguaggio? "Una serie tv è solo la costola di un film realizzato dalle mie viscere e attraverso il mio personale linguaggio che resta sempre lo stesso, ovvero un linguaggio squisitamente cinematografico". Che si vedrà nella seconda stagione? "Si vedrà tutto quello che ho seminato nella prima. Allora avevo lanciato tutta una serie di cavalli al galoppo e lo slancio emotivo e umano di quella famiglia inizia a far cadere le maschere e a rilevare la vera natura di molti personaggi in campo. Ci sarà comunque - continua Muccino - un'evoluzione molto potente dei personaggi e anche due nuovi ingressi. Ma, alla fine, tutto resta fortemente ancorato alla prima parte". Futuro della sala? "Sono convinto che finché dovranno essere rispettati i protocolli, ovvero l'uso della mascherina, il tutto resti una cosa fortemente limitante. Finché non riusciremo a respirare bene in sala, questa costrizione fisica e psicofisica resta una cosa troppo ingombrante che rende la sala con il fiato corto. È una cosa che dico con tristezza - aggiunge -. Ma allo stesso tempo con uno sguardo al futuro, credo che l'esperienza in sala verrà poi ricercata e, come è capitato con il turismo, anche rivalutata". Dice poi Gabriele Muccino sul 'politically correct' dopo aver postato giorni fa una foto su Instagram con su scritto: "tutto ciò che penso del fottutissimo politicamente corretto". "C'è nel politicamente corretto un grande pericolo, un'esasperazione di ciò che va detto e non va detto. Per non parlare poi della 'cancellazione del passato', della memoria. Credo siamo arrivati ormai a una vera e propria aberrazione antropologica". Futuro? "Posso dire ben poco - spiega infine Muccino, 55 anni, quattro David e tre nastri d'Argento -. Sto già scrivendo un prossimo film, tradizionale o per le piattaforme non lo so ancora, da girare in Italia" 

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