Cultura

Ucraina: Joe Bastianich, racconto il dramma dei profughi

Per le Iene al confine con la Polonia, "hanno bisogno di tutto"

Redazione Ansa

"Ho visto scene che mi hanno fatto pensare alla seconda guerra mondiale: colonne di auto lunghe due o tre giorni di cammino nel tentativo di attraversare il confine con la Polonia, lo strazio delle famiglie divise, donne e bambini da una parte, gli uomini chiamati a difendere il loro paese. E centinaia di profughi che hanno bisogno di tutto, specie se non hanno qualcuno che li aspetti". Joe Bastianich, inviato delle 'Iene' al confine tra Polonia e Ucraina per aiutare Alina, una donna ucraina residente in Italia, a ritrovare la sua famiglia, si è trovato davanti lo smarrimento e la disperazione di persone la cui quotidianità è stata stravolta dalla guerra. "Siamo partiti da Milano in macchina è siamo arrivati al confine tra Polonia e Ucraina, a Krakovets, a pochi chilometri da Leopoli, venerdì scorso, il giorno dopo l'avvio dell'offensiva russa", racconta Bastianich, autore del reportage che il programma di Italia 1 proporrà il 2 marzo in prima serata. "Abbiamo capito immediatamente che la situazione era drammatica a livello umanitario: ci siamo trovati davanti i primi profughi che uscivano dal confine, donne e bambini che hanno bisogno di tutto, acqua, pannolini, carta igienica. All'inizio i campi polacchi non erano ancora attrezzati ad accoglierli, poi i cittadini si sono mobilitati mettendo a disposizione quello che hanno. Ieri siamo venuti via, c'erano alcune tende piene di cibo, una tenda riscaldata... Alcuni profughi hanno la fortuna di avere una famiglia ad attenderli al confine, altri invece rimangono lì". Un dramma che ha colpito l'imprenditore "anche per motivi personali: la mia famiglia è stata costretta ad emigrare dall'Istria, ha vissuto nei campi di accoglienza, grazie alla Caritas si è trasferita in America. Anche queste erano persone normali, avevano una casa, un'auto, un lavoro, da un giorno all'altro hanno dovuto fare le valigie e partire per sempre o per chissà quanto... è stata l'emozione più forte", sottolinea Bastianich, che è arrivato in Italia, a Jesolo, con "la madre, la sorella e la nipote" di Alina. "Il padre di 64 anni ha scelto di restare, e così anche il nipote di 19 anni. Credono nel loro paese, amano la loro cultura e non si sentono un pezzo di Russia".

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