Cultura

Barre aperte, nuova web serie ambientata in carcere minorile

Rapper Kento tra giovani detenuti di Milano e Airola (Bn)

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 07 FEB - Barre Aperte è una nuova web serie che vede protagonista il rapper Francesco "Kento" Carlo, tra le storie dei minori condannati a detenzione nell'Istituto Penale per Minorenni Beccaria di Milano e in quello di Airola, in provincia di Benevento. Scritta dallo stesso Kento, con le riprese ed il montaggio di Hélio Gomes, la serie, realizzata da "CCO - Crisi Come Opportunità" e "Associazione Puntozero", grazie al supporto di Fondazione Alta Mane Italia, è visibile in esclusiva sul sito di Repubblica e sui canali del gruppo Gedi a partire dal 24 gennaio. Barre Aperte è un finestra aperta su una realtà troppe volte dimenticata, quella della detenzione minorile, che si fa racconto nelle parole di Kento, riuscendo a distogliere l'attenzione dal set in cui si svolge, e conducendo lo spettatore tra le attività artistiche che le due Associazioni portano avanti da anni e tra le vite di questi giovani che desiderano una seconda possibilità.
    "Questo è un grande riconoscimento per i nostri ragazzi - commenta Kento - che meritano spazio. Dal momento in cui l'ho ideata e scritta, ho trovato un supporto straordinario in CCO e in Puntozero, che da anni mettono in pratica in modo coinvolgente ciò che la musica ed il teatro possono realizzare all'interno di un contesto difficile per definizione come quello carcerario. Tengo a sottolineare che Barre Aperte è la prima serie che ha in mente i detenuti come protagonisti e come spettatori, poiché verrà distribuita anche su supporti Usb per i reclusi negli istituti penitenziari".
    "Entrare in connessione e collaborare con le realtà che si occupano delle nostre stesse tematiche per noi è fondamentale - spiegano Giulia Agostini e Lisa Mazoni presidenti di CCO e di Puntozero - ed è proprio dalla collaborazione delle nostre realtà che ha preso vita questa web serie. Durante il viaggio Kento incontra amici e colleghi, Luca Caiazzo, in arte Lucariello, che lo accompagna nella città e nell'Istituto di Airola, e Beppe Scutellà, uno dei precursori del lavoro con il teatro e i minori ristretti, che da più di 25 anni lavora all'interno dell'istituto penale Beccaria di Milano". (ANSA).
   

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