Cultura

Da Veronesi a Mazzucco, 5 scrittori e la paura

Intima o collettiva, un ciclo di lezioni dal 31/3 su RaiPlay

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 28 MAR C'è quella individuale, intima, privatissima. E quella collettiva, sociale, più che mai entrata di imperio nel nostro quotidiano in questi mesi drammatici di pandemia. Quella in qualche modo positiva, che spinge all'attenzione, all'autoconservazione, che salva, e quella che paralizza. Il più atavico e vasto dei temi viene raccontato ed esplorato da cinque scrittori nel ciclo di lezioni 'Sulla paura', curato da Francesco Siciliano e Francesca d'Aloja per il Romaeuropa Festival a settembre 2020 e registrato grazie alla collaborazione di Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, che arriva in anteprima esclusiva su RaiPlay dal 31 marzo. Come in una performance teatrale, Edoardo Albinati, Michela Murgia, Melania Mazzucco, Alessandro Piperno e Sandro Veronesi ragionano sulla paura e si mettono in gioco personalmente, tra esperienze, ricordi, citazioni, suggerimenti musicali, percorsi artistici. "Esistono due paure: la paura di tutti, che è anche un prodotto, un brand, e la nostra, veramente intima, personale", sottolinea Veronesi nel suo intervento. La prima "può essere venduta, comunicata" dentro un'opera, un libro, un film, o "creata, dall'industria della paura, naturalmente". Un'industria che può essere anche politica, "perché - argomenta l'autore de 'Il colibrì' - va di moda lavorare sulla paura della gente", aiuta a "creare e a mantenere il consenso". E poi c'è la paura individuale: "Ho cinque figli - confessa lo scrittore - e ho sempre avuto il terrore di dimenticarli in macchina, sul seggiolino". La paura, però, protegge: "Avendo paura di far loro del male, sono stato più attento". Parallelamente, racconta, "non ho mai assunto droghe perché avevo paura di far male ai miei genitori". Nelle puntate, da trenta minuti ciascuna, il tema centrale assume le forme più svariate: la paura di scrivere e quella di non scrivere, la paura come motore delle azioni dell'uomo, come ostacolo alle relazioni umane, come meccanismo virtuoso e positivo. E ancora la paura delle diversità, del giudizio degli altri e di non essere all'altezza. E poi la paura del primo bacio, di star male, di perdere qualcuno, di ferire le persone amate, e ovviamente, quella di morire. "I cani, i fulmini, la morte" sono la rappresentazione della paura per Melania Mazzucco che affronta il suo rapporto con questo sentimento in un racconto cronologico, dalle paure dell'infanzia, "di essere difettosa, di non essere normale", ai timori tipici dell'adolescenza, "di non essere all'altezza delle aspettative di genitori, amici, maestri amanti", alle paure giovanili, "di non essere amata mai, per ciò che sono, di non poter essere me stessa", alle grandi paure dell'età adulta, tra le quali "quella dei lettori". E poi "la paura delle paure, quella della morte: è quasi inimmaginabile pensare ad essa". "Recita un vecchio adagio: non c'è modo migliore di vincere la paura che affrontarla di petto", ricorda Piperno nella sua performance da cui è stato tratto un testo anticipato da 'Sette'. "In fondo, ti puoi definire coraggioso solo se conosci i morsi della paura. Per quanto mi riguarda, è da un po' che ho smesso di avere paura di scrivere. Da quando ho capito che le cose che scrivo posso scriverle soltanto io, che forse non saranno un granché ma sono mie, hanno la mia voce, il mio contegno, il resto ha smesso di contare. Da quando l'ho capito la sola paura che mi è rimasta è non avere abbastanza tempo per scrivere tutto quello che voglio". 'Sulla paura' è un format prodotto da Riccardo Brun, Paolo Rossetti, Francesco Siciliano per Panamafilm.

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