Cultura

Tv: Cohn-Bendit, tracce della sua identità ebraica

Nuovo documentario in Israele dopo quello sul calcio del 2014

Redazione Ansa

(ANSA) - PARIGI, 05 GIU - "Sono ebreo ma non so cosa voglia dire": dopo il documentario road movie realizzato durante il Mondiale di Calcio di Brasile 2014, Daniel Cohn-Bendit torna ad afferrare la cinepresa per interrogarsi questa volta sulla ''identità ebraica'', una ricerca molto personale che, a 75 anni, lo ha indotto a partire in Israele. "Quando ho cominciato ad occuparmi seriamente" di questa questione? "Tardi, molto tardi, a 60 anni", ha spiegato l'icona del Maggio '68 nonché ex-europarlamentare di Europe-Ecologie Les Verts dalla doppia anima franco-tedesca, presentando il documentario che verrà diffuso domenica, alle 23:00, su France 5. Nel Maggio '68, 'Dany' - come viene affettuosamente ribattezzato tra Parigi, Strasburgo e Bruxelles - veniva chiamato l'''ebreo tedesco''.
    Di qui, il titolo del documentario: "La case du siècle - Nous sommes tous Juifs allemands". "Prima di allora - ha spiegato - la mia identità ebraica era 'una evidenza a cui non avevo riflettuto, un po' nell'idea di ciò che diceva Sartre: è l'antisemitismo a plasmare gli ebrei". Quindi l'idea di partire in Israele per rispondere a quesiti del tipo 'Quanto la mia identità ebraica è superficiale? Israele mi rappresenta?". Nel documentario, Cohn-Bendit è sia narratore (voce off) sia intervistatore di diverse componenti della società israeliana e palestinese. Lui che dice di non andare mai in Sinagoga torna in un kibbutz, dialoga con i coloni israeliani, incontra giovani ortodossi di una Yeshiva o una donna rabbino del movimento liberale. Ma si concentra anche sulla difficile integrazione dei figli di rifugiati non ebrei in una scuola per loro. Come tela di fondo il conflitto israelo-palestinese e la questione dei territori occupati, anche attraverso un dialogo con una cantante militante del movimento della Pace, o le commoventi testimonianze di due donne membri di una stessa associazione, una israeliana, l'altra palestinese, che hanno perso entrambe i figli. (ANSA).
   

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