Cultura

Severini Melograni, vi racconto l'Italia del sociale

Su Rai1, Insieme con... striscia nata da tavolo sociale Rai

Paola Severini Melograni

Redazione Ansa

ROMA - "C'è una regola che ho sempre seguito: parlo solo di cose che conosco". Giornalista, scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva, oltre che direttrice dell'Agenzia Angelipress, da sempre al servizio dei più deboli, non fa sconti Paola Severini Melograni. Da qualche giorno ha debuttato all'interno di Unomattina con "Insieme con…" (sottotitolo "Rai per il sociale"), striscia quotidiana in onda alle 7.46 su Rai1, subito dopo la Santa Messa di Papa Francesco. Un vero spin-off, come si dice in gergo televisivo, dell'altra sua creatura, "O anche no" (la domenica alle 9.15 su Rai2), voluto dal tavolo sociale istituito dall'Ad di viale Mazzini Fabrizio Salini e coordinato da Giovanni Parapini, per parlare, fino al 26 giugno, di coesione, inclusione responsabilità sociale e famiglia.

Il titolo, spiega la giornalista, "arriva dalla canzone Insieme di Mogol. Parliamo di argomenti importanti e cerchiamo di dare risposte, anche sorridendo". Introdotti ogni mattina dall'"In bocca al lupo" di un testimonial "amico", da Flavio Insinna a Carlo Conti, Darwin Pastorin o Damiano Tommasi, sul tavolo ci sono temi come il servizio civile, sport e disabilità, il diritto al lavoro, le donne e la violenza. Ospiti, per ora solo in collegamento a causa delle misure di sicurezza anti-Covid, le persone diversamente abili e le loro famiglie, gli operatori del settore, i volontari, le associazioni, i protagonisti di situazioni di particolare fragilità sociale. "Giovedì, ad esempio - anticipa la conduttrice - avremo Luca Trapanese, single che a Napoli ha adottato Alba, una bambina affetta dalla sindrome di Down che era stata rifiutata da una sfilza di famiglie prima di arrivare a lui".

Lo scopo dello spazio, sottolineato dal messaggio "Da vicino nessuno è normale", è far sentire a chi ne ha maggiormente bisogno, attraverso la Rai, il sostegno concreto dell'intera comunità nazionale. Ma come si raccontano questi temi alla platea così vasta della tv? "Sono rigida - risponde la Severini Melograni - Come dico spesso, le parole appena uscite dalla bocca cambiano e diventano azioni. Bisogna avere le competenze. Invece in tv si sono seguiti tre modi: la tv del dolore, che ha danneggiato tutti; la pornografia del dolore, che se possibile ha fatto ancora peggio, dall'ossessione per alcuni particolari del caso della piccola Yara Gambirasio a queste ultime settimane con la pandemia di Coronavirus; e poi l'indignazione che continua ad attaccare, ma senza lasciare alle persone strumenti per esprimersi. Tutto questo, per me, è spettacolo del dolore. Invece servono esperti, perché non tutti possono parlare di tutto. E si deve imparare a dire 'no', a controllare sempre, storie, persone, onlus. Nostro compito è far conoscere la mela buona, ma anche svelare la mela marcia".

La Rai, poi, in quanto servizio pubblico, ha un dovere in più. "Se noi italiani abbiamo il canone in bolletta - dice la giornalista - è perché come cittadini abbiamo il diritto di aspettarci qualcosa di diverso e qualcosa in più. Abbiamo diritto a risposte e presenza, soprattutto chi in questa fase di emergenza sanitaria sta soffrendo maggiormente. E spero anche che il tavolo sociale servirà a dare regole comuni di linguaggio. Servirebbero a tutti noi giornalisti, ma innanzitutto a tutti coloro che nell'azienda toccano certi temi".

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