Cultura

Rosario Fiorello ospite nel nuovo programma di Raffaella Carrà. Bene gli ascolti

E' l'ora del racconto su Rai3, sei incontri speciali 'senza stress'

Redazione Ansa

Raffaella Carrà e il suo nuovo programma 'A raccontare comincia tu': è partita giovedì sera su Rai 3 la nuova avventura televisiva della Carrà che si è lasciata convincere dal direttore della rete, Stefano Coletta, a condurre la trasmissione. Il primo ospite Fiorello.

Per quanto riguarda gli ascolti, bene il debutto, con 2 milioni 299 mila spettatori con il 9.39% di share.

"Ho un'età, cazzarola, tutti aspettano che canti e balli, ma io non ho più voglia di farlo. Ho lavorato tutta la vita, ho avuto soddisfazioni più grandi di quelle che mi aspettassi, ho avuto momenti di tv straordinari come Canzonissima con Corrado o Milleluci con Mina, e non è che senta il bisogno di tornare in tv, si sta bene anche senza di me" dice Raffaella Carrà.

Raffa, 75 anni, e una voglia dichiarata di "fuggire da situazioni di ansia e stress", è tornata con una trasmissione di incontri con grandi protagonisti del nostro tempo. Si intitola 'A raccontare comincia tu' e vede la Carrà dialogare, anche con molto umorismo, con Fiorello, Sophia Loren, il giocatore della Juventus Leonardo Bonucci, il maestro Riccardo Muti, il regista Paolo Sorrentino e Maria De Filippi. "Mi sono lasciata convincere per la curiosità che sempre mi guida. Sono stata sempre emozionata e persino intimorita. Del resto da un mito come Muti come si fa a non esserlo?". Nell'intervista con Sophia Loren, che è andata a cercare nella sua meravigliosa villa sul lago di Ginevra, la Carrà ha punzecchiato la star del cinema a proposito dell'amore di Cary Grant nei suoi confronti, che lei però ha voluto smentire. Con Fiorello tutto molto divertente, i due nel corso della puntata hanno anche scherzato tentando, sul divano, un tuca-tuca da anziani. Di Sorrentino racconta di "essere andata a sgridarlo per aver utilizzato il remix di 'A far l'amore' per la scena iniziale de La grande bellezza, proprio io che non vado mai alle feste".

La De Filippi è l'unica intervista ancora da registrare, ma la Carrà spiega che "le voci su 'è l'occasione per fare pace'" sono infondate, visto che "ci siamo viste una volta sola 15 anni fa ai Telegatti". La Carrà tornare a intrecciare il filo con il suo pubblico dal punto di vista del racconto umano, qualcosa che la ballerina di 'Io Agata e tu' coltiva da sempre, dalle telefonate ad esempio dello storico 'Pronto Raffaella'. Ed è per questo che Coletta ha cercato l'artista.

"Credo molto nell'impianto generalista della tv, il modello di intrattenimento della Carrà è coerente dentro questa Rai3, perché attraverso la sua umanità esce fuori un racconto della realtà in linea con la linea editoriale" ha detto Coletta. Per questo ciclo di interviste (un format spagnolo dal titolo 'Mi casa es la tuya' prodotto con Ballandi Arts), Raffaella Carrà ha ricevuto anche un 'no': "Roberto Benigni, peccato, mi sarei divertita molto", ammette, mentre non ha potuto inserire qualche politico, "per via delle elezioni europee". Raffaella, che viaggia molto, si riposa altrettanto, definendosi ora "una persona serena e tranquilla, che evita lo stress", guarda anche la tv di oggi, inflazionata però "da tanti sequel che dimostrano come si cerchi di rischiare il meno possibile". Una cosa non guarda mai "e glielo dirò di persona", ed è 'Uomini e donne'.

Circolano voci che potrebbe ricambiare la cortesia alla De Filippi andando ospite ad Amici, ma con sincerità risponde: "Non me lo ha chiesto e non so se lo farò, c'è tantissima energia in quel programma e mi metterebbe ansia". Da sempre Raffaella Carrà torna in tv su richiesta, ma in questi anni ammette di non aver capito perché Rai1 non le abbia chiesto di rifare un programma glorioso e che lei ha nel cuore, 'Carramba'. "Quella trasmissione è incancellabile, io ce l'ho dentro, tutti i racconti dei ricongiungimenti di quelle famiglie, quell'Italia costretta ad emigrare da Nord a Sud o fuori dal Paese per lavorare, un tema di così straordinaria attualità anche oggi, è la nostra storia, vera e di sofferenza. Per questo penso che bisognerebbe ricordarcene quando parliamo dei migranti che vogliono arrivare qui, parlo delle persone per bene, naturalmente. E' strano che quel programma non sia mai più stato fatto".

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