Cultura

Westworld

La serie ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy (2016, Stati Uniti d’America, 1 stagione)

Westworld

Redazione Ansa

Basata sul film Il mondo dei robot, 1973, di Michael Crichton, con Yul Brinner protagonista, è forse la serie che, più di qualsiasi altra, attesta il livello di ambizione intellettuale, letteraria e narrativa che è alla base della nuova serialità iniziata negli anni ’90 con I Sopranos. Westworld è un grande parco a tema western, popolato da androidi con i quali i visitatori interagiscono e con i quali possono fare qualsiasi cosa senza preoccuparsi delle conseguenze (spesso facendo uso di violenze di ogni tipo: da quelle sessuali a assassinii e mutilazioni). Il team che sviluppa questi androidi cerca di renderli sempre più realistici e per questo motivo Robert Ford, direttore creativo del parco, aggiorna costantemente il loro sistema con delle fantasie “narrative” per aumentarne la forza di integrazione. Tali aggiornamenti portano però gli androidi a comportamenti inconsueti: alcuni di loro iniziano a sfuggire al controllo.

L’intreccio è costruito con livelli di cospirazione stratificati, ogni personaggio sembra coltivare il proprio mistero insieme ad angosce inconfessabili e lo stile visivo mixa con effetti ansiogeni il western mainstream degli anni ’60 con la fantascienza di alta tecnologia del decennio successivo: Westworld tematizza esplicitamente l’uso estremo della violenza nello spettacolo e nell’induzione del desiderio. La sua fantasia di un mercato dell’intrattenimento costruito sull’olocausto quotidiano di corpi sintetici, ha tratti disturbanti che non lasciano indenne lo spettatore. Ma più che i dialoghi allusivi e talvolta cerebrali, i sottointrecci molteplici e labirintici, la serie di Jonathan Nolan (che ha diretto l'episodio pilota ed è il produttore esecutivo insieme alla coautrice Lisa Joy, a J.J. Abrams e Bryan Burk) alimenta un attrazione ipnotica e minacciosa nella descrizione di queste macchine fatte di carne e sogni, come noi, con le quali buona parte dei protagonisti finiscono per condividere segreti che nascondono a tutti i loro simili.

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