Cultura

Mazzotta, ora divento 'ndranghetista

Fazio 'tradisce' per Mediaset, ma poi torna su Rai1 e a teatro

Redazione Ansa

Avete presente la bella faccia di Fazio, l'affidabile ispettore che annota i pizzini per il commissario Montalbano, quello che portereste a casa per il pranzo di Natale? Dimenticatelo! Ora è 'Solo', un'anima nera, una carogna, capace di atti immondi, traffici illeciti, narcotraffico, estorsioni. Peppino Mazzotta è tra i protagonisti della miniserie sulla 'ndrangheta targata Taodue, in onda su Canale 5 dal 9 novembre per quattro prime serate. L'attore calabrese che voleva fare l'architetto e si trovò sul palco, classe 1971, ha trovato la popolarità grazie al ruolo del fidato collaboratore di Montalbano, il commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri, che rivedremo presto in due nuovi episodi al fianco del protagonista Luca Zingaretti su Rai1, anche se la sua prova più intensa resta probabilmente al cinema nel bellissimo film Anime Nere di Francesco Munzi. Ma lo abbiamo visto anche nella pellicola record di Checco Zalone Cado dalle nubi ed è stato alla Mostra di Venezia nel cast di Noi credevamo, film risorgimentale di Mario Martone.

In tv lo abbiamo visto recentemente anche in Lampedusa, al fianco di Claudio Amendola e Carolina Crescentini, nei panni del tenente Ragusa. Questa volta fa da 'Solo'. Difficile immaginare 'l'ispettore' separato dal commissario Salvo, da Mimì Augello (Cesare Bocci), ognuno per conto suo? Ad aprile tornerà sul set della serie nata dalla penna di Camilleri: "Probabilmente - racconta Mazzotta - gireremo fino a giugno gli ultimi due romanzi di Camilleri, ma ma non si sa mai". Intanto a dargli la possibilità di misurarsi in tv con un ruolo pesante da cattivo vero, accanto a Marco Bocci (un infiltrato dello Sco) è Mediaset nella fiction che racconta la 'ndrangheta vista dall'interno.

Come si è trovato in questo ruolo così diverso dal buono Fazio? "Ho proceduto per step. In Anime nere ero un cattivo, ma se vogliamo 'parziale', qui invece interpreto Bruno Corona, esponente di spicco dell'omonimo clan calabrese. I Corona controllano da anni uno degli asset principali della 'ndrangheta, il porto di Gioia Tauro. Sono un cattivo autentico, senza se e senza ma, un uomo di 'ndrangheta. Evidentemente era nelle mie corde espressive il personaggio dell'antagonista, qualcosa che simbolicamente ricordasse il male, anche se è un uomo opposto e lontanissimo dal mio modo di essere e pensare". "Solo - sottolinea ancora l'attore - è una storia epica, c'è l'odio l'amore, la vendetta, il ricatto. Il mio ruolo rischiava, come capita spesso per i cattivi, di essere bidimensionale: con Michele Alhaique, il regista, abbiamo lavorato su questo, siamo riusciti a dargli una complessità piena di sfaccettature, facendone un villain credibile e mai fumettistico. Bruno Corona è un uomo che declina tutto il suo mondo in rancore. E' molto protettivo nei confronti della sua famiglia, ma nessuno gli ha insegnato a manifestare l'amore. Anche quando vuole farlo, il suo approccio risulterà alla fine aggressivo".

Tornando a Montalbano? "Fazio è un personaggio che mi ha dato una grande popolarità, Salvo e gli altri sono stati per 17 anni di fatto la mia famiglia. Mi vedrete insieme a Luca Zingaretti, Cesare Bocci e gli altri in tv presto con le due nuove puntate su Rai1 che abbiamo girato in estate e poi torneremo sul set nel 2017 per i due nuovi episodi che andranno in onda nel 2018, credo questi romanzi saranno gli ultimi ma non si può mai dire". A gennaio, febbraio e marzo "sarò in tournée con una produzione del teatro stabile di Napoli con un testo che ho scritto, poi iniziamo riprese di Montalbano che credo andranno avanti fino a giugno". Ci sarà una seconda stagione di 'Solo'? "Voci di corridoio dicono di sì, ma non sono io a doverlo confermare". 

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