Cultura

'Sazi da morire', l'inchiesta di 'Presa diretta'

Visita in un ospedale di Berlino, dove il digiuno è tra i metodi utilizzate per curare i pazienti

Redazione Ansa

Le telecamere di Presadiretta sono arrivate a Berlino dove c’è l’ospedale universitario della Charité, il più grande policlinico pubblico d’Europa sede della facoltà di medicina dei due più grandi atenei della Capitale.

Il reportage, di Lisa Iotti, andrà in onda stasera 21.45 su Rai3.

Nel reparto Immanuel – Krankenhaus diretto da dottor Andreas Michalsen, accanto alla medicina classica, da 20 anni i malati sono curati con varie terapie naturali, tra cui il digiuno. I medici combinano la medicina convenzionale con la medicina naturale provata scientificamente. I risultati del digiuno sono, dicono i medici della Charité , sorprendenti: reumatismi, artrosi, patologie metaboliche come ipertensione e diabete mellito. Qui sono stati curati con la terapia del digiuno oltre 10.000 pazienti.

Viviamo sempre più a lungo, ma con l’età aumentano anche le malattie come diabete, ipertensione, cancro, Alzheimer e con loro, il consumo delle medicine per curarle. Noi italiani siamo quelli che in Europa vivono di più, ma anche quelli che si ammalano di più. E non ce lo possiamo più permettere.
E allora, come fare a vivere a lungo senza ammalarsi?


A PRESADIRETTA un viaggio che dall’Italia arriva fino in Ecuador, per scoprire come la risposta a questa domanda è nella prevenzione, che si fa con il cibo e la corretta alimentazione prima di tutto.
Le telecamere di PRESADIRETTA hanno raccontato i problemi e raccolto le risposte che la medicina più all’avanguardia sta mettendo a punto. Il problema dell’obesità, che nel nostro paese è triplicata negli ultimi 30 anni, la dieta sbagliata, le abitudini alimentari legate alla tradizione e il consumo eccessivo di proteine animali.


Sono andate in Ecuador, dove in esclusiva per PRESADIRETTA hanno raccontato l’incredibile esperienza scientifica condotta su una piccola comunità di nani. A condurla è un italiano, Valter Longo che dirige il prestigioso Istituto della Longevità della University of Southern California di Los Angeles. Lui è stato uno dei primi al mondo a indagare sui meccanismi che controllano l’invecchiamento e la loro relazione con cosa e come mangiamo. Il primo a intuire che forse, nella mutazione del codice genetico di questi uomini e donne alti non più di un metro potrebbe essere custodito per tutti noi l’elisir di lunga vita.

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