Cultura

Howard Gordon, 'papà di Homeland, mai censurato

Tra sue creazioni anche Tyrant discussa serie targata Fx ambientata su immaginario paese arabo

Redazione Ansa

 ''Quando abbiamo iniziato a lavorare su Homeland, pensavamo di far morire Brody inizialmente già alla fine della prima stagione. Invece, è durato tre stagioni ed è stato molto amato dal pubblico, ma si sapeva che doveva andarsene: è durato più a lungo del previsto. Tutta la quarta stagione è concentrata su Carrie sulla sua evoluzione, di agente della Cia, ma soprattutto di donna e di madre. Ora, Carrie si pone le grandi domande che prima o poi ci poniamo tutti: cosa ci facciamo qui, e qual è il senso di ciò che facciamo. E' consapevole di essere diventata una donna adulta, ma il passato la tormenta. 
 
- ''Howard Gordon, sceneggiatore e produttore,  uno dei nomi più significativi della serialità americana degli ultimi anni, è stato ospite de Roma Fiction Fest ed ha risposto cosi' il 18 settembre scorso ai giornalisti che chiedevano anticipazioni sulla nuova stagione di Homeland su Fox dal 17 ottobre in orima serata. Nell'ambito della giornata, infatti, erano state presentate due delle sue creazioni più rilevanti: oltre a Homeland anche Tyrant, nuova e già discussa serie targata FX, incentrata sulle vicende di un leader mediorientale.
 
 - Avete mai avuto problemi con le  vostre serie con la censura per aver raccontato cosi' a fondo certi temi come in Homeland?
  Gordon:''Non abbiamo mai ricevuto una telefonata da Murdoch per dirci non fate questo: non c'e' censura da noi, ma solo una sensibilita' per buon gusto e cattivo gusto''. Il casting?  'E' tutto perche' e' vero che c'e' bisogno di una grande sceneggiatura cosi' come di grandi attori''.
 
- Come avete scelto Clare Danese per Carrie (vincitrice di un Emmy come migliore attrice protagonista di una serie drama e di 4 Golden Globe)
 
- Gordon ''Abbiamo creato la serie  e gia' pensavamo a lei come attrice...''.
 
    Al Roma Fiction fest è stata presentata anche Tayrant ambientata in un immaginario in medio oriente che nei mesi scorsi aveva fatto molto molto discutere, prodotta da Howard Gordon e ideata in collaborazione con Gideon Raff, l’autore dell’originale israeliano di Homeland,t racconta le vicende di un immaginario paese arabo Abbudin, guidato da una ditattura militare capeggiata dalla famiglia Al-Fayeed. Dopo vent’anni di esilio volontario e dopo essere diventato un pediatra negli Stati Uniti, Bassam “Barry” Al-Fayeed (Adam Rayner) decide di ritornare in patria, approfittando del matrimonio del nipote.
 
La famiglia di origine di Bassam si incontrerà con la sua nuova famiglia americana, la moglie (Jennifer Finnigan) dottoressa anche lei e i due figli adolescenti. Il disagio di Barry per il ritorno a casa è forte e palpabile fin dalle prime scene. Non è solamente la contrarietà verso i metodi brutali e violenti con cui il padre e il fratello portano avanti al regime, ma è palese che Barry nasconda altro, una parte della sua natura che ha voluto dimenticare nella “vita” americana. Il pilot è diretto da David Yates. All'inizio era stato reclutato Ang Lee, che però si è tirato indietro. In compenso, ha preso il suo posto il regista degli ultimi quattro film di Harry Potter. 
 
Nella parte di Bassam c'è l'attore inglese Adam Rayner,  già visto in Hunted (su Sky Atlantic). Nel cast ci sono anche Jennifer Finnigan (Crossing Jordan), nel ruolo della moglie Molly, e Moran Atias, sposata con il fratello maggiore di Bassam.
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