Cultura

Il Canto dell'Ira, in scena stupida ineluttabilità della guerra

Applausi alla prima assoluta per produzione del Nazionale Genova

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 21 APR - "Troia deve essere distrutta". Lo ripete il poeta cieco attraversando il palcoscenico, un imperativo categorico che non ha bisogno di spiegazioni né di motivazioni. È l'inspiegabile, stupida ineluttabilità della guerra, ieri come oggi, al tempo di Omero. Da questo presupposto nasce "Il canto dell'ira" lo spettacolo andato in scena in prima assoluta il 20 aprile alla Sala Mercato del Teatro Modena.
    Il lavoro, prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, rientra nel progetto "L'età del fuoco" dedicato all'adolescenza. "Il canto dell'ira" si basa su un testo di Carlo Orlando che sulla scia del poema omerico dell'"Iliade" racconta il nostro tempo, da Hiroshima a Gaza, in un crescendo di tensione, immagini crude dalle quali emergono le miserie non solo dei vinti ma anche dei vincitori. La regista Elena Dragonetti, in una scena a firma Anna Varaldo, con pochi elementi decorativi ha realizzato una lettura di particolare fascino emotivo. In scena agiscono tre attori professionisti (Paolo Li Volsi, Virginia Campolucci e Antonio D'Angelo) e un gruppo di ragazzi e di ragazze, studenti liceali che hanno seguito un laboratorio teatrale finalizzato allo spettacolo. Uno spettacolo composito costruito sulla alternanza fra una recitazione interamente basata sulla narrazione in una dimensione epica del racconto e una danza nervosa (le efficaci coreografie di Serena Loprevite) spesso a scatti, violenta, aggressiva che richiede un sincronismo perfetto, in un gioco di insieme assai complesso nella sua articolazione corale.
    Bello il progetto registico e davvero bravi tutti, dai professionisti ai giovani apprendisti, lodevoli per la concentrazione e la capacità di passare dal gesto alla parola senza mai una minima caduta di ritmo. Applausi interminabili, repliche martedì e mercoledì alle 20,30. (ANSA).
   

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