Cultura

Il Piccolo principe compie 80 anni e debutta a teatro

Il regista Stefano Genovese: 'È una storia che tutti conoscono ma che nessuno ricorda'

Redazione Ansa

"Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano". Era il 6 aprile 1943 quando, a New York, Reynal & Hitchcock pubblicarono per la prima volta Il piccolo principe nella sua versione inglese, il più celebre dei racconti dello scrittore e aviatore lionese Antoine de Saint-Exupéry (solo qualche giorno dopo sarebbe arrivata la versione francese e solo due anni dopo l'avrebbero letta anche in Francia). Oggi tra le opere letterarie più celebri del XX secolo, è il libro più tradotto dopo la Bibbia (oltre 500 lingue e dialetti) con oltre 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui diciannove solo in Italia. E quella citazione, una delle migliaia che da allora si sciorinano, è forse quella che meglio riassume il destino del suo protagonista, il bambino viaggiatore dello Spazio. Ottant'anni dopo la prima uscita, Il piccolo principe debutta ora a teatro con lo spettacolo diretto da Stefano Genovese per la Razmataz Live, in prima nazionale al Sistina di Roma dall'1 al 12 febbraio e poi in tournée in Italia tra Bologna, Torino, Firenze e Milano, ma anche in Francia e a Parigi il prossimo autunno e poi Amsterdam, Berlino, Dublino, Lisbona e Madrid nel 2024.

"Il piccolo principe è la storia che tutti conoscono ma nessuno ricorda - racconta all'ANSA Genovese, già ideatore di musical come Ghost e Chicago -. Lo leggi da bambino alle elementari. Poi lo riprendi in mano da adulto e scopri un altro romanzo, più profondo. Capisci che la storia è una metafora della vita. L'idea di farne uno spettacolo era nel mio cassetto dei progetti mai fatti da almeno una decina di anni, da quando mi è capitata una versione bellissima con i pop-up. Nel frattempo, di riedizioni ne sono uscite molte, anche perché a 75 anni dalla morte dell'autore in Italia sono scaduti i diritti. In Francia no: una legge allunga il periodo di altri cinquant'anni per gli autori eroi di guerra come Saint-Exupéry".

A testimoniare la popolarità del romanzo nella vita di tutti noi, sono già i numeri delle candidature appena uscito l'avviso dei casting dello spettacolo: oltre 1650 richieste e curricula arrivati, 380 solo per il ruolo del protagonista per il quale sono stati scelti i piccoli Alessandro Stefanelli e Gabriele Tonti, che reciteranno a sere alterne. Con loro ci sono Davide Paciolla nei panni dell'Aviatore, Adele Tirante per la Rosa e poi Matteo Prosperi, Giulio Lanfranco, Vittorio Catelli e Ludovico Cinalli. "Recentemente - prosegue Genovese - ci sono stati anche altri allestimenti in scena, anche alla Scala, ma tutti per teatro ragazzi. Io invece ho sempre pensato a uno spettacolo per adulti e bambini, che risvegliasse i cinque sensi. Non è un musical - spiega - anche se la musica ha una parte fondamentale, con i personaggi che raccontano alcuni loro sentimenti attraverso le parole originali di canzoni celeberrime, riarrangiate, come Space Oddity di David Bowie, La cura di Franco Battiato, The loneliest dei Maneskin o l'Habanera della Carmen di Bizet. Abbiamo mescolato i generi, dalla prosa all'arte circense, in modo che in ogni scena ci fosse una 'meraviglia'".

Ma qual è la vera meraviglia de Il piccolo principe oggi? "È incredibile quanto sia attuale - risponde il regista - Il principe è l'unico bambino in un mondo di adulti, che sono tutti soli. Anche l'aviatore nel deserto. Anche la Rosa, il Lampionaio, la Volpe, l'uomo d'affari. E nessuno ha un nome, perché ognuno è identificato con la propria professione. Il principe, che è il bambino che vive in tutti noi, è l'unico che va a scandagliare dentro le persone per conoscerle.. (ANSA).
   

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