Cultura

'Ferito a morte', dal libro di La Capria al Bonci di Cesena

Dal 26 gennaio con la regia di Roberto Andò

Redazione Ansa

(ANSA) - CESENA, 25 GEN - Un inno alla giovinezza e all'amicizia, diventato presto un classico molto amato, un cult per critici e scrittori: è 'Ferito a morte', il libro del Premio Strega 1961 Raffaele La Capria approdato al teatro nella riscrittura di Emanuele Trevi, in scena al Teatro Bonci di Cesena dal 26 al 29 gennaio (alle 21 e domenica alle 16) con la regia di Roberto Andò.
    Una sfida quella di tradurre a teatro le atmosfere e le molteplici voci che popolano il romanzo, complesso e labirintico, ambientato a Napoli, Capri e Positano: "Come si fa a rendere questo continuo sfumare di sensazioni, ambienti, volti, voci che scolorando dall'uno all'altro s'inabissano nella luce o nella trasparenza dell'acqua del mare? - si interroga Andò - Come si fa a dar conto del sentimento con cui ci separiamo dall'intensità̀ insopportabile di ciò che abbiamo vissuto, decantato dal lampeggiare insistito del ricordo? È una sfida, un azzardo forse, ma vale la pena di correrne i rischi.
    Per chi come me si è innamorato del teatro nella stagione in cui grandi registi come Robert Wilson e Tadeusz Kantor contestavano l'idea corrente del teatro e ne riformulavano un'altra, totalmente diversa, affidata al tempo e allo spazio, il romanzesco rappresenta la possibilità concreta di acciuffare il tema dei temi del teatro: il fuggevole". Ed è forse proprio questo il grande tema del romanzo: il tempo, quel continuo sfumare della vita, i momenti rarefatti in cui viene meno qualsiasi certezza e determinazione. Durante un bombardamento nell'estate del 1943 a Napoli, il protagonista Massimo De Luca incontra Carla Boursier e nella stessa stagione del 1954 parte per Roma.
    La vicenda si svolge nell'arco di circa undici anni, tra questi due momenti la narrazione procede per frammenti del presente e del passato. Ogni flash è riferito a un anno diverso anche se tutti sembrano accadere nello spazio di un solo mattino. Solo alla fine, negli ultimi tre capitoli, vengono quasi riassunti i viaggi di Massimo a Napoli, una città che si identifica con l'irraggiungibile Carla, con il mare e con la giovinezza. Coproduzione fra Teatro di Napoli - Campania dei Festival, ERT e Teatro Stabile di Torino. (ANSA).
   

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