Cultura

Gergiev tace sull'Ucraina, non dirigerà alla Scala

Scade l'ultimatum a Monaco, Rotterdam e Parigi gli dicono addio

Un'immagine della Scala

Redazione Ansa

Ormai è certo: Valery Gergiev non tornerà sul podio alla Scala il prossimo 5 marzo per dirigere la seconda rappresentazione della Dama di picche di Cajkovskij. Il maestro non ha infatti risposto alla richiesta del teatro di fare una dichiarazione auspicando una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina. E' stato il sindaco Giuseppe Sala, che della Scala è presidente, a confermare che "a questo punto si può escludere" un ritorno del maestro russo, amico e sostenitore di Vladimir Putin. Una posizione pubblica, la sua, che lo ha portato anche a firmare una lettera di sostegno all'invasione della Crimea nel 2014. Ed è questa la sostanziale differenza rispetto ad altri artisti russi che ha portato non solo la Scala ma anche altre istituzioni musicali a prendere le distanze da lui.

Oggi scade l'ultimatum che gli aveva dato, a nome dei Munchener Philharmoniker, il sindaco della capitale bavarese Dieter Reiter ovvero fare entro oggi una presa di distanze da Putin, pena la fine della collaborazione con l'orchestra di cui è direttore principale dalla stagione 2015/16. E anche la Rotterdams Philharmonisch Orkest ha annunciato che senza una presa di distanze di Gergiev cancellerà tutti i concerti con lui "e questo significa che a settembre non avrà luogo il Festival Gergiev". Intanto la Filarmonica di Parigi ha già annullato i concerti con il maestro russo: "L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia induce la Cité de la musique - Philharmonie de Paris a modificare la sua programmazione nei prossimi mesi per solidarietà con il popolo ucraino", ha spiegato. In questa situazione, ieri è arrivato l'annuncio dell'addio al maestro russo anche del suo agente internazionale Marcus Felsner. "Alla luce della guerra criminale perpetrata dal regime russo contro la nazione Ucraina democratica ed indipendente, e contro l'aperta società europea nel suo complesso, è diventato impossibile per noi, e chiaramente sgradito, difendere gli interessi del maestro Gergiev" ha spiegato in una nota. Parole dure a cui fanno da contraltare quelle di alcuni media russi che denunciano la "campagna sciovinista contro la Russia" rivolta a musicisti, direttori e cantanti con "sanzioni culturali".

La Scala annuncerà probabilmente domani chi sostituirà Gergiev per le cinque recite in programma della Dama di picche, sostituto non facile da trovare dato che si tratta di un'opera russa rappresentata non molto di frequente e che tanti direttori si trovano in Russia, e quindi sono impossibilitati ad arrivare. Sarà invece Riccardo Chailly a prendere il posto di Gergiev nel concerto della Filarmonica in programma il 7 marzo. Ed è più che probabile che dia forfait alla Scala anche Anna Netrebko, star della lirica che nei giorni scorsi in un lungo post si è detta contraria alla guerra ma sconta, a livello internazionale, il fatto di essere stata scoperta da Gergiev. In cartellone insieme al marito Yusif Eyvazov in Adriana Lecouvreur con la regia di David McVicar dal nove marzo, la coppia ha infatti saltato due prove organizzate ad hoc per loro formalmente a causa di una indisposizione.

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