Cultura

Teatro: Giorgio Colangeli, con Pirandello riscopro me stesso

L'attore romano in Sardegna con "L'uomo, la bestia e la virtù"

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 19 OTT - "Sono felice di tornare in Sardegna, una terra a cui mi legano le mie origini teatrali. Nel '74 ho debuttato con una drammatizzazione delle 'Lettere dal Carcere' di Antonio Gramsci, una figura straordinaria, un politico ma soprattutto un intellettuale e un filosofo che con grande lealtà e coerenza personale ha seguito una sua linea".
    Giorgio Colangeli, protagonista de "L'uomo, la bestia e la virtù" di Luigi Pirandello - in prima regionale per la stagione di prosa del Cedac il 21 e 22 ottobre al Teatro Civico di Alghero, il 23 al Teatro Tonio Dei di Lanusei e il 24 al Comunale di San Gavino Monreale, sempre alle 21 - racconta all'ANSA la sua prima volta sul palcoscenico e il suo grande amore per il teatro.
    L'artista romano interpreta il "trasparente" professor Paolino, uomo integerrimo e di elevati ideali, innamoratosi suo malgrado di una donna sposata, trascurata dal marito: per salvare la "virtù" dell'amata ed evitare lo scandalo si inventa uno stratagemma, così da indurre lo sposo fedifrago a ricordarsi i propri doveri coniugali e dare una paternità al nascituro. "Ma l'inganno di Paolino non ha nulla di squallido o utilitaristico, lui è un ipocrita metafisico, quasi epico", sottolinea Colangeli. "La commedia di Pirandello, scritta 101 anni fa, affronta un tema attualissimo - spiega l'attore - l'attenzione alla propria immagine, amplificata dall'uso dei social, in cui ognuno cerca di apparire migliore di quel che non sia in realtà.
    Ma poi nasce il problema di nascondere questo scarto e infatti molti temono di incontrare realmente gli altri, preferiscono rifugiarsi nelle relazioni virtuali".
    Il dilemma del professore ha affascinato l'attore romano. "Mi sono molto divertito a interpretare questo personaggio, con cui un po' mi identifico: anch'io ho fatto l'insegnante, e quando ho iniziato a fare teatro negli anni '70 si pensava che l'artista avesse una sua idea da comunicare, per cui era importante essere all'altezza dei propri principi". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it