(ANSA) - ROMA, 22 LUG - Nella grande spiaggia allestita al
posto della platea del teatro Argentina per il precedente
spettacolo ''Sun & Sea'' delle artiste Lituane Barzdziukaite,
Grainyte e Lapelyte, premiato col Leone d'oro alla Biennale
2019, viene ora proposta una nuova produzione del Teatro di Roma
(dove si replica sino al 30 luglio): ''Ubu Re'' di Alfred Jarry
firmato da Fabio Cherstich e Luigi Serafini solo costruendo un
lavoro a pianta centrale con gli spettatori nei palchi, dando
alla sabbia poco o alcun valore reale o metaforico, anche se poi
sono stati scelti abiti tutti bianchi per i protagonisti, quasi
a suggerire un incongrua recita estiva tra i resti di un qualche
cantiere con tubi che spuntano qua e là e costruzioni di tubi
Innocenti. Padre Ubu, prototipo del tiranno vigliacco e
feroce, avido e stupido, con al fianco Madre Ubu appena più
concreta ma non meno divorata dall'ambizione, ha come lontano
modello il Macbeth shakespeariano con l'assassinio come mezzo di
conquista del potere, che però si reitera nella gestione del
potere stesso con la persecuzione di nobili, magistrati e poi
contadini da spremere con le tasse più folli, sino al finale
autodistruttivo e la fuga per mare.
Il testo, scritto nel 1896, alla prima suscitò scontri tra i
gli spettatori entusiasti e quelli violentemente contrari e
scandalizzati dalla provocazione, davanti a un cartello alzato
in sala con scritto ''L'uscita è da quella parte'', che nel
finale vediamo apparire in scena anche oggi, sorretto dalla
figura dell'autore stesso (il performer Julien Lambert),
aggiunta a far da testimone oltre che introdurre (come accadde
alla prima parigina) e chiudere l'avventura di Ubu, con
eloquenti esempi di Patafisica, la ''scienza delle soluzioni
immaginarie'' che deriva proprio da questo personaggio.
Un testo elementare e estremo assieme, geniale nella
semplicità esemplare della sua provocazione che gioca
sull'assurdo e il grottesco attraverso la ricerca dell'eccesso
di cui Ubu è l'incarnazione. (ANSA).
Al teatro Argentina sbarca Ubu dagli echi napoletani
Sino al 30/7 il capolavoro di Jarry firmato Cherstich / Serafini