Cultura

Spettacolo in crisi, la battaglia passa per l'Ariston

Stato Sociale, "per cambiare il mondo, ci devi stare dentro"

Redazione Ansa

(ANSA) - SANREMO, 05 MAR - L'unico palco su cui si può salire, una vetrina da milioni di spettatori. E allora Sanremo diventa megafono per le rimostranze dei lavoratori dello spettacolo, fermi da un anno e tra i settori più penalizzati dalla pandemia, con cinema e teatri chiusi da mesi.
    Da Giuliano Sangiorgi a Monica Guerritore, passando per Michele Bravi e Lo Stato Sociale che ha portato nella serata delle cover un monologo e due gestori di locali, in molti hanno lanciato appelli affinché si riparta e il settore abbia i giusti riconoscimenti. E' arrivata all'Ariston anche la campagna "I diritti sono uno spettacolo - Non mettiamoli in pausa" con alcuni dei cantanti in gara (tra questi Willie Peyote e Fedez) che hanno aderito mostrando i simboli (un play e un pause) della campagna che vuole tenere alta l'attenzione sul mondo dello spettacolo.
    Lo Stato Sociale, in particolare, con Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino, ieri hanno elencato i nomi di sale di tutta Italia chiuse per sempre o in attesa di riaprire, "con migliaia di live fermi e 10 mila persone che non lavorano più da un anno, ma non sarà per sempre", meritandosi anche la standing ovation dell'orchestra, unico pubblico presente in sala. "E' una decina di anni che la band esiste - spiegano a freddo Lodo e compagni, che forse meritavano di esibirsi prima dell'1 - e da sempre siamo persone attente a quello che succede fuori. Il palcoscenico è il modo per raccontare l'universo che ci circonda. Noi facciamo perché abbiamo quello spirito lì: per cambiare il mondo, ci devi stare dentro. Anche il brano che portiamo in gara, Combat pop, vuole mettere insieme lo spirito combattivo, la critica sociale e la nostra visione del mondo: perché essere pop non è il male, ma vuol dire arrivare a più persone possibili." (ANSA).
   

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