Cultura

Trionfo per Pizzi e il suo primo Barbiere al Rof

Oltre 10 minuti di applausi, entusiasmo per cantanti e direttore

Redazione Ansa

(ANSA) -  Oltre dieci minuti di applausi, con il pubblico del Rossini Opera Festival in delirio che ha richiamato gli artisti in scena più volte e un gran battere di piedi sul pavimento di legno. E' l'accoglienza trionfale tributata all'Adriatic Arena di Pesaro per il Barbiere di Siviglia, con regia, scene e costumi di Pierluigi Pizzi, al suo debutto a 88 anni con il capolavoro più amato e rappresentato di Rossini. Un trionfo che ha premiato in egual misura la parte musicale con un cast inappuntabile (Maxim Mironov, Pietro Spagnoli, Aya Wakizono, Davide Luciano, Michele Pertusi, Elena Zilio e William Corrò) e la direzione trascinante di Yves Abel alla guida dell'Orchestra Sinfonica della Rai e del coro del Teatro Ventidio Basso, e l'intelligente lettura scenica di Pizzi.

Negli anni, il Rof ha riscoperto tante opere del Rossini sommerso e ha riproposto lavori più noti in nuove versioni. Ma, ironia della sorte, non era riuscito a proporre produzioni pienamente convincenti del Barbiere, titolo emblematico del compositore pesarese, l'unico rimasto sempre in repertorio e il primo ad essere sottoposto a quel lavoro di revisione critica che ha animato la renaissance rossiniana. Pizzi, coadiuvato da Massimo Gasparon, ha vinto la scommessa, affrontando il capolavoro rossiniano, basato su un libretto di Cesare Sterbini, tratto dal celebre testo di Beaumarchais, come una commedia dai toni a volte dark, trainata dalla forza dei caratteri, dell'intreccio e soprattutto da quella della musica, che imprime un andamento quasi implacabile all'azione scenica.

Azione ambientata in un'accecante giornata di sole mediterraneo, illuminata di bianco con semplici scene (due palazzi, un cortile interno) e pochi colori a contrasto: il rosso del mantello del conte di Almaviva, il bianco e nero degli abiti maschili e delle divise, l'azzurro della tunica di Rosina. Uno sfondo essenziale, una lettura senza tante gag (anche se Figaro canta "Largo al factotum della città" lavandosi in una fontana), che sottolinea gli aspetti negativi dei vari personaggi, l'attaccamento al denaro, il contrasto tra i giovani (Rosina, Figaro, Almaviva) e i vecchi, tra il mondo moderno e l'ancient regime, e riesce comunque a catturare e divertire il pubblico. Determinanti per il successo tutti i cantanti: il Figaro-rivelazione, un po' Elvis Presley, di Davide Luciano, l'Almaviva sicuro di Maxim Mironov, l'ingessato Bartolo di Pietro Spagnoli, il lugubre don Basilio di Michele Pertusi (trasformato dalla regia in un sosia di Voldemort), la Berta di lusso di Elena Zilio, il funzionale William Corrò, la grintosa, anche se ancora acerba Rosina di Aya Wakizono. Il Barbiere di Siviglia replica il 16, 19 e 22 agosto. (ANSA).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it