Cultura

Che disastro di commedia, un 'caso' da Londra

In Italia piece diretta da Mark Bell. Pignotta tra protagonisti

Redazione Ansa

Porte che non si chiudono. Pianoforti che scivolano. Armadi che si aprono a loro piacimento. E un morto, che non si sa bene dove sia finito. 'Che disastro di commedia!', è proprio il caso di dirlo con lo spettacolo scritto da Henry Lewis, Jonathan Sayer ed Henry Shields, piccolo 'caso' che, dopo aver girato il mondo, da Londra a Broadway (dove è stato prodotto da J.J. Abrams, il regista di Mission Impossible e Guerre Stellari), fino in Nuova Zelanda, ora è in Italia, diretto da Mark Bell, in scena al Brancaccio di Roma dal 5 all'8 aprile e poi in tournée per arrivare al Carcano di Milano dal 2 al 13 maggio.

"E' davvero un grande show, ricco, come se ne vedono pochi in Italia ultimamente", racconta all'ANSA Gabriele Pignotta, tra i protagonisti della piece insieme ad Alessandro Marverti, Luca Basile, Valerio Di Benedetto, Yaser Mohamed, Marco Zordan, Stefania Autuori, Viviana Colais. "Un'occasione quasi unica per vedere lo stesso identico show di Broadway, perfino con le stesse scenografie, ma dietro casa - dice -. E soprattutto per ridere a crepapelle, perché è uno po' come avere in scena insieme Stanlio e Ollio, Chaplin, Mr Bean e Buster Keaton". Prodotta in Italia da AB Management e Opera Prima, la versione originale di 'Che disastro di commedia!' ('The play that goes wrong') è andata per la prima volta in scena nel 2012 in un piccolo teatro all'interno di un pub di Londra, The Old Red Lion. Capienza massima 60 spettatori a sera e una scenografia costruita dagli stessi attori. Sera dopo sera, il successo è stato tale da arrivare nel 2014 al Duchess Theatre di Londra, dove è ancora in scena, facendo incetta di premi, dall'Olivier Awards 2015 come Miglior Commedia dell'anno al Premio Molière in Francia nel 2016, tradotta in oltre in 20 paesi (sempre con la regia di Bell).

Teatro nel teatro un po' alla 'Rumori Fuori Scena' e comicità irriverente alla Monty Python, la storia racconta di una compagnia teatrale amatoriale, la Cornley Polytechnic Drama Society, che dopo aver ereditato improvvisamente una grande somma di denaro tenta di produrre un ambizioso spettacolo su un omicidio degli anni '20, nel West End. Nonostante l'impegno e la serietà degli interpreti, il debutto però è una tragedia con un susseguirsi di errori, strafalcioni, momenti imbarazzanti e disastri con gli attori che sotto pressione, iniziano ad andare nel panico. "E' un po' la summa di tutti i peggiori incubi di chi fa questo mestiere - prosegue Pignotta - perché quelle cose, per quanto paradossali, capitano davvero: come da copione chiedi il block notes al compagno di scena, ma sul tavolo non c'è. E finisce che ti passa un vaso di fiori. Nonostante tutto, però, devi andare avanti impassibile. Ed è proprio lì che si ride". Per lui, la parte del 'morto' del giallo. "Sin dall'inizio le cose vanno storte. La barella che dovrebbe portare via il cadavere si rompe. E così si va avanti con il morto che si deve spostare da solo".

Attore e regista, nel frattempo Pignotta, autore anche della commedia con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia 'Non mi hai più detto ti amo' (appena tornata in tournée), sta per tornare al cinema e alla regia. Debutterà infatti al prossimo Festival di Giffoni 'Otzy il mostro, un fantasy pieno di effetti speciali' ispirato alla mummia del Similaun. "Una storia per ragazzi - anticipa - un po' alla Goonies, con protagonisti Michael Smiley, Vinicio Marchioni e Alessandra Mastronardi".

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