Cultura

Favino musicale e coinvolgente in Koltes

Lungo monologo "La notte poco prima della foresta"

Redazione Ansa

 Bernard-Marie Koltes (1948-1989) affermava che unica sua fonte d'ispirazione erano "sette od otto persone realmente conosciute" e l'uomo protagonista del monologo "La notte poco prima della foresta" ci accorgiamo subito che è qualcuno che anche ognuno di noi ha conosciuto, questo grazie anche alla verità e carica emotiva che vi fa risaltare Pierfrancesco Favino (in replica sino al 28 gennaio all'Ambra Jovinelli a Roma, con la regia di Lorenzo Gioielli), riaffrontando il difficile e coinvolgente testo dopo oltre 10 anni dalla prima volta in cui, dice, "ne rimase folgorato".
    L'uomo, come capiamo subito anche dall'inflessione, è uno straniero, probabilmente un immigrato dell'est che lotta senza speranza col suo non volersi sentire straniero, con la sua costanza nel ricreare e voler far sua ogni camera d'albergo o stanza che abita, ma dove c'è sempre invece "uno specchio che ti guarda e in cui guardarsi" e, evidentemente, riscoprirsi per quel che si è.
   

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