Cultura

Una grande Butterfly, Eleonora Buratto incanta l'Opera di Roma

Lunga ovazione per il soprano protagonista del dramma pucciniano

Redazione Ansa

Dieci minuti e più di applausi all'Opera di Roma per la Madama Butterfly di Eleonora Buratto. La grande prova del soprano, al debutto in Europa nel ruolo della protagonista del dramma pucciniano dopo il successo dell' anno scorso al Metropolitan di New York, ha commosso e conquistato il pubblico del Teatro Costanzi che già dopo il celebre Un bel dì vedremo del secondo atto l' aveva acclamata a lungo con richieste ripetute di bis. Lo spettacolo, con la regia dello spagnolo Àlex Ollé e il maestro Roberto Abbado sul podio, è stato riproposto nell'allestimento ''colonialista'' già apprezzato nel 2015 alle Terme di Caracalla e nel 2021 al Circo Massimo. Una rilettura che esalta ancor di più la figura ingenua e pura della quindicenne Cio-cio-san convinta contro ogni evidenza dell'amore ricambiato dall' americano Pinkerton, qui un palazzinaro senza scrupoli che la sposa per capriccio e poi se ne torna in patria con la finta promessa di un ritorno. La giovane ex geisha, rinnegata dalla famiglia e dal suo mondo per aver cambiato religione e costumi, va quindi incontro da sola al proprio destino. ''Povera Butterfly'' ripete l'ancella fedele Suzuki quando Cio-cio-san, senza più soldi, futuro e speranze di veder realizzato il sogno d'amore, sarà costretta a lasciare a Pinkerton anche il figlio che l' uomo ignorava di avere. Il dramma potente e moderno messo in musica da Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, presentato per la prima volta alla Scala nel 1904 e al Costanzi quattro anni dopo, nella rilettura del regista della compagnia teatrale catalana La fura dels Baus, insiste appunto sullo scontro di civiltà nel quale il sentimento incrollabile di Madama Butterfly si staglia contro il pragmatismo moralmente vuoto e arido di Pinkerton. Molto bella e 'parlante' anche la scenografia soprattutto nell' aria famosissima e struggente dove alla vita felice sognata da Cio-cio-san, fiera nella sua maglietta a stelle e strisce, fa da contraltare la realtà degli interessi economici dei palazzi edificati a pieno ritmo dalla società del costruttore americano.
    Così come toccante è la processione notturna lenta e triste di sfrattati ed emarginati durante il celebre coro a bocca chiusa.
    Applausi finali per tutti, a cominciare da Roberto Abbado, anche lui alle prese per la prima volta con il titolo pucciniano, a Roberto Frontali, ottimo Sharpless, Dmytro Popov (Pinkerton), Carlo Bosi (Goro), Anna Maria Chiuri (Suzuki). Tra gli ospiti di spicco della prima c' erano gli ambasciatori di Giapptone, Cina, Israele, Spagna e Danimarca. Sono previste sette repliche fino al 25 giugno con alternanza di interpreti nei ruoli principali.
   

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