Cultura

Ligabue, non cambierei la mia vita con nessun'altra

Nelle sale il 20-21-22 marzo il film musicale su Campovolo 2022

Luciano Ligabue

Redazione Ansa

"Immagina qualcosa di cui non puoi fare a meno nella tua vita, e poi immagina che quella cosa ti venga tolta per tre anni. Ecco, Campovolo è stata l'esplosione di un cumulo di emozioni che si sono formate in quei tre anni: frustrazione, impazienza, ansia da prestazione. 30 anni in un giorno, ma vi assicuro che non ci stanno. C'è tanto altro di cui ho goduto e in cui mi sono avventurato". Luciano Ligabue racconta così il film, presentato al cinema Barberini a Roma e che arriva per tre giorni in sala il 20-21-22 marzo, che racconta il concerto del 4 giugno scorso nella sua Campovolo davanti a oltre 100mila spettatori accorsi nella RCF Arena, dopo il lungo stop dovuto al Covid. Il film musicale, 'Ligabue. 30 anni in un giorno', con la regia di Marco Salom, è sì il racconto di una serata irripetibile, ma è anche e soprattutto l'occasione di rivivere la carriera del rocker di Correggio. Una celebrazione di un trentennio che è stato di tanta musica, ma in parte anche di cinema, libri e - rivela nel film - anche teatro con un musical scritto e basato sulle sue canzoni, ma mai realizzato. Una festa che non poteva non essere organizzata che a Campovolo, in quella campagna che l'ha visto nascere e al quale è ancora molto affezionato. In quella "piazza" in cui aveva riunito i fan già nel 2005 e nel 2011. "Abbiamo festeggiato lì sempre tappe importanti della mia carriera. La prima volta è stato scelto perché presentavo il mio album più personale e avevo bisogno di farlo 'a casa' - racconta -. Nessuno di noi poteva immaginare quello che sarebbe diventato nel tempo. Certo, questo è stato il più sovraccaricato di emozioni, per l'attesa ma anche perché è stato uno uno dei primi concerti dopo la riapertura. C'era bisogno di normalità e anche di celebrare la vita".
    Il film come il concerto si apre con "Non cambierei questa vita con nessun'altra", "perché nei due anni di Covid ho capito quanto io sia grato a quello che mi è capitato di vivere", aggiunge ancora Ligabue, che ha fatto dei "perché no?" una sorta di mantra. "Ho detto sì a tutti i perché no? tranne uno: recitare perché so di non saperlo fare. Avete visto che nell'80% dei miei videoclip cammino? è perché non so fare altro. Solo una volta stavo per cedere: a Marco Tullio Giordana che mi aveva proposto di interpretare la storia di un ex carcerato. Apprezzai molto la richiesta, ma fu meglio per lui che non lo feci". Ma la passione per il cinema non è mai mancata, tanto da portarlo dietro la macchina da presa per ben tre volte, "ad assecondare il più scellerato dei perché no?. Sul set di Radiofreccia la troupe romana diceva: questo fa due film in un uno: il primo e l'ultimo. Non era facile convincerli che sapevo quello che stavo facendo. Stavolta però anche se avessi voluto, non avrei voluto - scherza con un gioco di parole il Liga -. Andare su un palco e girare un film sono mestieri diversi. Ci mancava solo che dovessi progettare 'sto film qua". A colpirlo, dice, dopo la visione in sala per la prima volta, è stato il pubblico: "li ho visti davvero, tutti. Non solo le prime file. E' un film con un lieto fine, ma ha anche un lieto inizio: quindi è lieto dall'inizio alla fine".
    Nel film, oltre alle parole di Ligabue in quei giorni, le interviste e i ricordi dei suoi musicisti e degli ospiti di quella sera Francesco De Gregori, Elisa, Loredana Bertè, Eugenio Finardi, Gazzelle, Mauro Pagani.
    A luglio Ligabue tornerà live: il 5 allo Stadio Meazza di Milano e il 14 all'Olimpico di Roma.
   

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