Cultura

Claudio Baglioni a Caracalla, "un sogno che durava da 33 anni"

Al via Dodici Note-Tutti su!, "teatro totale tra musica e danza"

Redazione Ansa

Tre stadi (considerando anche il centrale del Tennis), due auditorium, teatri grandi e piccoli, la piazza del quartiere d'infanzia a Centocelle e quella di San Pietro, la sala Paolo VI in Vaticani, carceri e ospedali, la scalinata di Trinità dei Monti, persino sul tram in movimento e su un camion ad Ostia. "A Roma, la mia città ho suonato praticamente dappertutto", dice con orgoglio, ma a Claudio Baglioni, in oltre 50 anni di carriera, mancava un luogo iconico e pieno di fascino nel cuore della città: le Terme di Caracalla, dove ha debuttato con il suo "Dodici Note - Tutti su!, aprendo con la musica leggera - per la prima volta - anche la stagione estiva del Teatro dell'Opera di Roma con dodici serate, tra stasera e il 19 giugno per un totale di oltre 50mila spettatori (che con il tour invernale fanno 150mila in sei mesi). Del resto, dopo la messa in scena al Costanzi di Questa storia che è la mia e la partenza dallo stesso teatro del tour Dodici Note - Solo, Baglioni è considerato "artista della casa", come lo ha definito Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro dell'Opera.
    "Erano 33 anni che aspettavo questo momento, da quando nel 1989 andai a un concerto di Vangelis proprio a Caracalla. Ora finalmente riesco a salire sul palco di questo teatro millenario", racconta il cantautore poco prima di esibirsi, incoronato a ragione Divo Claudio. Uno spettacolo "totale" lo definisce, tra musica, danza e teatro, luci ed effetti scenici, per una durata di oltre tre ore, durante le quali sarà accompagnato da  123 tra musicisti, coristi, performer classici e moderni con la direzione artistica di Giuliano Peparini. In scena anche l'Orchestra Italiana del Cinema e il Coro Giuseppe Verdi. "Metteremo insieme panna, prosciutto e funghi", scherza.



    Scaletta "monstre", con 30 brani dai più recenti a quelli senza tempo. E se, assicura, "sarà un concerto di musica, gestualità, suggestioni, senza troppe parole", i messaggi saranno affidati a brani e coreografie. Non a caso, Baglioni ha scelto di cantare anche Ninna Nanna della guerra, inserita nel 1974 nell'album E tu, riprendendo il testo di una poesia del poeta romano Trilussa sulla Prima Guerra Mondiale. E che oggi suona ferocemente attuale. "Le parole che riescono a raccontare i grandi guasti del mondo sono quelle più semplici - spiega Baglioni -, come quelle di Trilussa che racconta la guerra attraverso una ninna nanna. Molte volte la canzone quando si avvicina a queste tematiche tende a diventare sloganistica, perdendo così di vivacità e sostanza".

    Eppure l'artista non si è mai tirato indietro, come quando tra il 2003 e il 2012 organizzava a Lampedusa O' Scià per parlare di migranti e accoglienza. "Tutte le cose hanno un tempo, anche O' Scià. Era un invito all'incontro. Oggi potrebbe essere strumentalizzato", dice con una punta di mestizia per poi aggiungere: "Su certi temi non bisogna esaltare troppo il ruolo dell'artista che nell'esercito della buona volontà rappresenta il trombettiere: dà la carica, ma la guerra la fanno i fanti sul terreno".
    Dopo i dodici appuntamenti romani, "Dodici Note - Tutti Su!" arriverà al Teatro Greco di Siracusa (il 15 e 16 luglio) e all'Arena di Verona (il 26 e 27 luglio). Baglioni non esclude, in un prossimo futuro, di tornare anche negli stadi, dai quali manca dal 2003. "Nella mia testa c'è l'idea di tornarci, di sentire ancora quella botta allo stomaco quando entri davanti a 80mila persone". A patto, spiega, di avere un progetto ad hoc perché troppe volte "gli artisti non tengono conto delle location in cui si esibiscono, non hanno la percezione del luogo e della sacralità di certi luoghi. Per me, bisogna indossare un vestito diverso a seconda della cerimonia alla quale si partecipa". Stasera, lui, sarà elegantissimo. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it