Cultura

Mahmood, nel 2019 portavo la mia storia, ora è tutto diverso

"A Tel Aviv ebbi possibilità di farmi conoscere in tutta Europa"

Redazione Ansa

Occhiali scuri a coprire solo due ore di sonno ("ieri sera ero a Madrid per un concerto, ma questa energia mi tiene sveglio"), un sorriso sincero a dimostrare la gioia di essere di nuovo all'Eurovision Song Contest dopo il secondo posto nel 2019 a Tel Aviv con Soldi. Mahmood, orfano per oggi di Blanco impegnato stasera in un live a Firenze, si è raccontato dopo le prime prove prove di Brividi al Pala Olimpico a Torino, ricordando anche l'esperienza di tre anni fa. "E' stato pazzesco, ho avuto la possibilità di far conoscere la mia musica in tutta Europa. Un'esperienza indimenticabile". Nel 2019 era solo, stavolta sarà in coppia con Blanco. "E sono due situazioni completamente differenti. A Tel Aviv portavo un brano che parlava di me, della mia storia, stavolta è un'altra cosa. Ma ciò che è bello nella musica è che ogni volta puoi dire cose diverse. E cantare in due mi permette anche di imparare sempre qualcosa di diverso". Brividi, che ha vinto l'ultimo festival di Sanremo, "racconta l'amore visto da due generazioni diverse, ma che hanno lo stessa paura di mostrare i propri sentimenti. Strano che siano due uomini ad averla scritta e cantata? No, mi sembra del tutto normale - spiega ancora il cantautore -. E' stato tutto molto naturale. Anche noi siamo vulnerabili". E aggiunge che nelle sue canzoni mette molto di sé. "tanti dettagli personali. Quando scrivo le mie canzoni sono solo per me. Quando scrivo per altri, invece, cerco di immaginare le loro vite. E non riuscirei a cantare brani che ho pensato per altri". Alla competizione dice di non pensare, piuttosto preferisce concentrarsi sulla performance "e andare sul palco tranquillo per godermela". Unico rito da rispettare: "mezz'ora di silenzio prima di esibirmi per concentrarmi e rilassare i muscoli". Le prime prove non lo hanno soddisfatto del tutto, "60%, può migliorare", ma c'è ancora tempo per mettere a punto i dettagli anche con Blanco, che arriverà a Torino nei prossimi giorni. Di una collaborazione ancora tra i due, è presto per parlarne. "Mi piacerebbe, ma sia io che lui siamo impegnati con i nostri tour e andare in studio ora è un po' complicato. Vedremo in futuro, spero ci sia la possibilità". A chi chiede se come i Maneskin al Coachella (il loro "Fuck Putin" ha fatto il giro del mondo) si esporrà dal palco contro la guerra in Ucraina, lui, che ha cantato per la pace a Expo Dubai e che nei giorni scorsi si è detto favorevole alla vittoria dell'Ucraina se può servire a sensibilizzare, replica: "Non deve essere una competizione a chi fa di più. Dobbiamo supportare questa situazione, perché è terribile. A volte mi sento inutile e mi chiedo cosa possiamo fare?".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it