Cultura

Musica: ucraina Lyniv torna a dirigere a Bologna

Il 26 febbraio con musiche di Barber, Copland e Dvorak

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 23 FEB - Proprio quando il suo Paese, l'Ucraina, si appresta a superare un momento assai travagliato, Oksana Lyniv torna sul podio della sua nuova orchestra italiana, quella Teatro Comunale di Bologna, della quale da inizio anno è direttrice musicale. Sabato prossimo alle 20.30 nel luogo consueto dell'Auditorium Manzoni l'artista di Brody si concentrerà sulle musiche di Samuel Barber, Aaron Copland e Antonin Dvorak, i compositori scelti per il suo terzo appuntamento del 2022 con il complesso sinfonico bolognese.
    Un programma che dunque guarda interamente all'America poiché oltre all'Adagio per archi e al Concerto per clarinetto scritti da compositori statunitensi, anche la celeberrima Sinfonia N. 9 in mi minore, non a caso chiamata 'Dal nuovo mondo', è stata realizzata dal compositore boemo tra il 1892 e il 1893, mentre era direttore del Conservatorio di New York, e subito eseguita alla Carnegie Hall. La serata si apre con la pagina più celebre di Samuel Barber, l'Adagio per archi, che ha fatto da colonna sonora a momenti storici come l'annuncio della scomparsa del presidente americano Roosevelt o i funerali di Albert Einstein e John Kennedy. Composto nel 1936, il brano è stato eseguito per la prima volta a New York nel 1938 con Arturo Toscanini sul podio. Il Concerto per clarinetto di Copland è stato scritto invece nel 1948 durante un soggiorno in Brasile e presentato al pubblico nel 1950, solista Benny Goodman, soprannominato 'King of swing', con la direzione di Fritz Reiner, che lo commissionò a Copland. A Bologna, il brano sarà interpretato dal primo clarinetto dell'Orchestra di Santa Cecilia, Alessandro Carbonare, al debutto con l'Orchestra del TCBO ma di casa all'Auditorium Manzoni per avere suonato spessissimo con l'Orchestra Mozart di Claudio Abbado. La serata si conclude con l'ultima e più conosciuta Sinfonia di Dvorak, la N. 9, ispirata a temi e melodie degli Indiani, i nativi d'America, e dai "cosiddetti canti delle piantagioni" perché - sosteneva il compositore boemo - "sono davvero le melodie più suggestive e accattivanti di questo lato dell'acqua". (ANSA).
   

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