Cultura

Alla Scala piace Thais, fra il Crazy Horse e Achille Lauro

Undici minuti di applausi per l'opera di Massenet

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 11 FEB - Un po' Crazy Horse, con splendide ballerine in topless, un po' Achille Lauro: la Thais di Massenet andata in scena alla Scala ieri sera nell'allestimento di Olivier Py, regista che dal 2013 è a capo del festival di Avignone, ha raccontato guardando anche all'oggi la vicenda della cortigiana 'convertita' all'amore celeste dal monaco Athanael, che cade però preda del desiderio carnale. D'altronde, come ha spiegato lui stesso, "Thais racconta il modo in cui Eros si svela in una società oppressa dalla morale borghese". Ci potevano essere tutti gli ingredienti per una contestazione: i riferimenti alla Tentazione di Sant'Antonio di Felicien Rops, l'elemento grottesco delle maschere in cartapesta, il nudo maschile, e poi il fatto che il pubblico scaligero non è famoso per le sue vedute apertissime. Ma così non è stato, perché gli spettatori hanno apprezzato, tributando undici minuti di applausi per quest'opera al debutto milanese. Debutto per Py, ma anche per l'opera scritta da Massenet nel 1894, che al Piermarini è stata rappresentata una sola volta nel 1942, ma non nella versione in francese. Sul podio Lorenzo Viotti, il direttore musicale della Royal Dutch Opera, affascinante nel fisico e nel modo in cui ha diretto l'orchestra eseguendo una partitura piena di sfumature, che rappresentano il sacro e il carnale. Applaudito il cast canoro (una straordinaria Marina Rebeka nel ruolo principale, il baritono Lucas Meachem come monaco Athanaël, Giovanni Sala con look da Achille Lauro come Nicias, il ruffiano amante di Thais) danzatori che ne diventano le pulsioni, gli alter ego con le coreografie di Ivo Bauchiero. E dunque applausi convinti per tutti, anche per il resto del cast di giovani cantanti come Caterina Sala (sorella di Giovanni-Nicias) nella parte di Crobyle, Anna-Doris Capitelli (Myrtale), Federica Guida (La Charmeuse) che tornerà in Un ballo in maschera, e ancora Valentina Pluzhnikova (Albine), Insung Sim (Palémon) e Jorge Nelson Martinez (un servitore). (ANSA).
   

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