Cultura

Kabanova, all' Opera di Roma la prima volta di Janacek

Il 18 gennaio. Sul podio David Robertson. Regia, Richard Jones

Redazione Ansa

Una donna mite travolta da una tempesta fatta di soprusi e di sensi di colpa. Káťa Kabanová, il capolavoro di Leoš Janáček arriva per la prima volta all' Opera di Roma. Il dramma di cui il musicista ceco firma anche il libretto, va in scena al Teatro Costanzi dal 18 al 27 gennaio con la regia di Richard Jones. L' opera, considerata tra le maggiori del Novecento, vedrà il debutto sul podio del lirico capitolino del direttore d' orchestra americano David Robertson. L' allestimento, i n coproduzione con la Royal Opera House Covent Garden di Londra, ha vinto l'Olivier Award nel 2019 come miglior nuova produzione d'opera. Janáček, che firmò anche il libretto, si ispira al dramma Grozá (L'uragano) di Aleksandr Ostrovskij nella traduzione in ceco di Vincenc Červinka. Nei ruoli principali tornano per l'occasione Charles Workman (Boris Grigorijevič), protagonista dell'Idomeneo mozartiano nel 2019; Julian Hubbard (Tichon Kabanov) reduce dal recente successo come Cassius nel Julius Caesar di Giorgio Battistelli che il 20 novembre ha inaugurato la stagione; Stephen Richardson (Savël Prokofjevič Dikoj), che aveva cantato in Billy Budd nel 2018, e Corinne Winters che, dopo il debutto estivo con l'Opera di Roma nella Madama Butterfly al Circo Massimo, si alterna ora con Laura Wilde (27 gennaio) nel ruolo del titolo. Composta tra il 1919 e il 1921, Káťa Kabanová racconta il sogno di una giovane pura e appassionata. "Protagonista è una donna di carattere molto mite - scrisse Janáček - basterebbe un colpo di vento a trasportarla via, per non parlare della tempesta che si riversa su di lei". L'opera in tre atti, andata in scena per la prima volta in assoluto al Teatro Nazionale di Brno nel 1921, descrive i conflitti sociali di un mondo autoritario che si incrociano con i drammi interiori della protagonista fino a condurre alla tragedia finale. La trama ruota intorno alla giovane Káťa, che tenta di sfuggire ai soprusi della suocera Kabanicha trovando rifugio in una relazione extraconiugale con il giovane Boris, fino a che il senso di colpa per aver tradito il marito Tichon la spinge a gettarsi nel fiume Volga. "L'allestimento di Káťa Kabanová - spiega regista - è stato ideato con l'esigenza di rappresentare il fatto che il personaggio centrale, che è una donna di grande visione e di grande immaginazione, sia tragicamente collocato in un luogo che è molto di routine, degradato. È un mondo che, in realtà, non è molto bello, ma anzi un po' primitivo". Per David Robertson ''l''opera è di una genialità eccezionale. Composta da Janáček a una età in cui da un musicista ci si aspetta che vada in pensione, è una tavolozza di colori meravigliosamente ampia con un uso pressoché descrittivo di ogni strumento. Janáček aveva una concezione singolare della composizione operistica. Approdò alla sua visione del dramma musicale attraverso un lungo apprendistato''. Completano il cast internazionale di interpreti Susan Bickley (Marfa Kabanová), Sam Furness (Váňa Kudrjaš), Carolyn Sproule (Varvara), Lukáš Zeman (Kuligin). In scena anche le giovani stelle del progetto "Fabbrica" Young Artist Program del Teatro dell'Opera di Roma: Angela Schisano (Fekluša) e Sara Rocchi (Glaša). Il Coro è istruito da Roberto Gabbiani. Dopo la prima rappresentazione di martedì 18 gennaio alle 20, trasmessa in diretta da Rai Radio3, Káťa Kabanová torna in scena venerdì 21, domenica 23, martedì 25 e giovedì 27 gennaio.
   

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