Cultura

Scala: a 370 anni 'La Calisto' debutta al Piermarini

'Sarà sorprendente' assicura il direttore Rousset

Redazione Ansa

A 370 anni dal debutto, avvenuto nel 1651 al teatro di Sant'Apollinare a Venezia, arriva per la prima volta alla Scala 'La Calisto' di Francesco Cavalli, opera che racconta il mito della ninfa trasformata da Giove nell'Orsa maggiore. A metterla in scena il regista David McVicar, mentre la conduzione è affidata a Christophe Rousset con la sua orchestra Les Talents Lyiques qui integrati con l'orchestra di strumenti storici della Scala. "Abbiamo la coppia più bella possibile per questo progetto" ha osservato il sovrintendente Dominique Meyer. Rousset è clavicembalista e studioso di musica barocca e McVicar ha firmato la regia di diverse opere Secentesche che trova "sorprendentemente accessibili soprattutto per chi non ha preconcetti su ciò che deve essere l'opera". E sorprendente si annuncia questa Calisto, secondo Rousset. "Se uno ha ascoltato il disco forse non la riconoscerà " ha spiegato in conferenza stampa. Il motivo è che lo spartito originale esiste in un unica copia ed è lacunoso "a volte ci sono due righe vuote, è scritto 'balletto degli orsi' ma poi il balletto manca" e poi l'opera è stata pensata per un teatro con uno spazio piccolo di quello della Scala e quindi rispetto alla formazione originale sono stati raddoppiati gli archi, aggiunte viole, chitarre, arpa, lirone, organo. Un'altra differenza sostanziale riguarda Giove trasformato in Diana (la storia ripercorre il mito secondo cui Giove seduce Calisto, ninfa di Diana, trasformandosi proprio nella Dea della Caccia. Giunone gelosa trasforma Calisto, che ha rotto il suo voto di castità, in un'orsa, che poi Giove manda in cielo trasformandola in stella). Solitamente a cantare sia la parte di Giove sia quella di Diana è il basso (nel secondo caso in falsetto) mentre qui si è scelto di far cantare la parte di Giove in Diana alla stessa Diana che 'sdoppia' la sua personalità. Fra le ragioni, il fatto che la parte è molto alta ad eseguita dal basso risulta grottesca e che dai documenti della prima rappresentazione si vede che il soprano è molto più pagato del basso (segno dunque che la sua parte è meno importante ed estesa). Su chi cantasse la parte nell'originale "non ho una risposta definitiva - ha spiegato il regista - ma secondo noi questa è l'ipotesi più credibile e l'equilibrio sembra funzionare perfettamente in ogni scena". La Calisto "viene trattata come una matta commedia sexy, grottesca ma non lo è". "C'è la Venezia impertinenti con la Chiesa, con la morale". Questa scelta convince anche il cast: il soprano Chen Reiss nella parte di Calisto, Olga Bezmertna nella difficile (doppia) parte di Diana, il baritono Marcus Werba in quella di Mercurio e il basso Luca Tittoto come Giove. Il 30 ottobre, in occasione della prima, alle 15 in teatro si terrà anche un convegno con i maggiori esperti di musica veneziana del Seicento, che sarà anche trasmesso in streaming. "Spero che avrete piacere a vedere quest'opera che - ha detto il sovrintendente - è fonte di gioia profonda"
   

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