Cultura

Elton John, esce il nuovo album The Lockdown Sessions

Brani registrati a distanza in collaborazione con grandi artisti

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 18 OTT - "Sono più entusiasta della musica adesso di quanto non lo sia mai stato". A 74 anni Elton John pubblica il 22 ottobre un nuovo album, The Lockdown Sessions, che raccoglie le canzoni registrate a distanza, negli ultimi 18 mesi, in collaborazione con vari artisti del panorama musicale mondiale, da Stevie Wonder a Eddie Vedder dei Pearl Jam.
    "Se hai la mia età e impari ancora da altri musicisti, è il dono più grande di tutti", aveva detto sir Elton - ricorda la France Presse - in vista dell'operazione all'anca che lo ha costretto a posticipare diverse date del suo lungo tour di addio. "Se spegni la tua mente e dici che non puoi imparare altro... questo è il vicolo cieco".
    Nel marzo 2020, dopo la sospensione del Farewell Yellow Brick Road Tour a causa della pandemia, Elton John ha iniziato a lavorare a diversi progetti con artisti conosciuti durante il suo show "Rocket Hour" su Apple Music. E' nato così uno dei dischi più audaci e interessanti: anticipato dal singolo 'Cold Heart (PNAU Remix)'con Dua Lipa, l'album raccoglie 16 tracce con 10 inediti e vede Elton collaborare con più di 20 artisti abbracciando tanti generi, generazioni, culture, continenti. In cinque brani di The Lockdown Sessions Elton John collabora con il produttore Andrew Watt, già vincitore di un Grammy.
    "L'ultima cosa che mi aspettavo di fare durante l'isolamento - ha spiegato 'Rocketman' - era fare un album. Ma, mano a mano che la pandemia andava avanti, continuavano a spuntare progetti una tantum. Alcune delle sessioni di registrazione dovevano essere fatte a distanza, via Zoom, cosa che ovviamente non avevo mai fatto prima. Alcune sono state registrate con regole di sicurezza molto severe. La cosa certa è che tutte le tracce su cui ho lavorato erano davvero interessanti e diverse, roba che mi ha portato fuori dalla mia comfort zone in un territorio completamente nuovo. E ho capito che c'era qualcosa di stranamente familiare nel lavorare in questo modo. All'inizio della mia carriera, alla fine degli anni '60, ho lavorato come session man. Lavorare con diversi artisti durante il lockdown mi ha ricordato questo. Avevo chiuso il cerchio: ero di nuovo un session man. Ed era ancora uno sballo". (ANSA).
   

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