Cultura

Successo al Ravenna Festival per la Faust-Rapsodia

Secondo capitolo della trilogia d'autunno dedicata a Dante

Redazione Ansa

(ANSA) - RAVENNA, 02 OTT - Col pubblico sistemato nei soli palchi, un po' per esigenze di messa in scena e un po' nel rispetto delle regole anti-Covid (lo spettacolo è stato pensato in attesa che la capienza dei teatri venisse ampliata), Ravenna Festival ha presentato al Teatro Alighieri, con un buon successo, il secondo capitolo, "Faust-Rapsodia", della sua Trilogia d'autunno, quest'anno distribuita tra i linguaggi della danza, della musica e della parola, omaggio a Dante nel 700/o della morte. Una rapsodia sul celebre personaggio che vende la sua anima al diavolo basata sulle incompiute Scene dal Faust musicate da Robert Schumann tra il 1844 e il 1853 e sul testo ispiratore di Goethe in un intreccio di opera e prosa rappresentato, in omaggio a Dante "padre della lingua italiana", non nell'originale lingua tedesca, ma nelle traduzioni ritmiche in lingua italiana di Vittorio Radicati e di Andrea Maffei.
    Opportunamente riadattate dal regista e drammaturgo Luca Micheletti e dal direttore musicale Antonio Greco, autori di uno spettacolo che ha coinvolto, tra strumentisti e coro (i bravissimi ragazzi della Cherubini), cantanti e attori, un centinaio di persone, cosa abbastanza inusuale in questi tempi dominati dalle regole del distanziamento sociale. Uno spettacolo dunque ricchissimo dal punto di vista visivo in cui i personaggi, sparsi tra palcoscenico, buca e platea, appaiono "doppiati" con Faust che è cantato dal baritono Vito Priante e recitato dall'attore Edoardo Siravo, mentre il basso Riccardo Zanellato e l'attore Roberto Latini hanno dato vita a Mefistofele. Solo Margherita, creatura umana e umile, ha avuto nel soprano Elisa Balbo l'unica voce e volto. A precedere la Faust-Rapsodia, la Basilica di San Francesco, alle spalle della tomba dantesca, ha ospitato la breve azione scenica sulle figure femminili della Commedia, "Quanto in femmina foco d'amor", scritta da Francesca Masi su un'idea di Cristina Mazzavillani. Un gruppo di donne si ritrova nell'altro mondo: sono le voci femminili con cui Dante dialoga durante le tre cantiche della Commedia. (ANSA).
   

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