Cultura

Gli 80 incredibili anni di Martha Argerich

Da bambina prodigio che incantò Perón a star internazionale

Redazione Ansa

BUENOS AIRES - "Quando i pianoforti non mi amano, io non li suono": è una delle frasi più celebri di Martha Argerich, l'artista argentina, cittadina del mondo, che oggi ha compiuto 80 anni, di cui ben 73 consacrati alla sua innata passione per la musica classica. Versatile e carismatica nell'approccio ai compositori, è universalmente conosciuta per le sue magistrali interpretazioni, fra le tante, di Chopin, Beethoven, Mozart, Debussy, Tchaikovsky, Prokofiev, e di recente, Ravel. Dotata di un carattere originale e di una forte personalità, Argerich è stata via via considerata dai critici un artista geniale, temperamentale, bohémien, imprevedibile e squisita, capace di creare l'illusione che non esista una mediazione fra lei e la musica, e che addirittura, in una sorta di metamorfosi, la musica e lei siano la stessa cosa.

Forse nessuno meglio di sua figlia, la regista Stephanie Kovacevich, ha riassunto con parole nel film documentario 'Bloody Daughter' (vincitore nel 2013 di un Prix Italia a Torino) l'immagine che proietta la Argerich verso il pubblico che ascolta i suoi concerti. Nel film si sente ad un certo momento la voce in off di Stephanie che, in contrappunto con una sonata di Chopin, dice: "Sono figlia di un essere soprannaturale che è in contatto con qualcosa che supera ciò che è alla portata del resto dei mortali". A tre anni, fu introdotta alla musica dalla madre, insegnante di pianoforte, e dai cinque ai 15 anni studiò a Buenos Aires con il pianista crotonese di scuola napoletana, Vincenzo Scaramuzza, Decisivo per lei fu il giorno in cui, 14/enne, nel 1955 fu ricevuta dal presidente argentino Juan Domingo Perón che, al termine di un colloquio, le chiese che cosa potesse fare per lei. "Vorrei andare a studiare a Vienna con Friedrich Gulda", rispose. Il sogno divenne immediatamente la realtà che avrebbe trasformato la sua vita.

Nel 1957 vinse, nel giro di poche settimane, due importanti premi: il concorso 'Ferruccio Busoni' di Bolzano e il concorso pianistico di Ginevra. La consacrazione internazionale giunse invece definitivamente nel 1965, con la vittoria del concorso Chopin di Varsavia. Cominciò da quel momento un vorticoso giro di mezzo secolo di concerti nelle principali capitali del mondo, corredati da un numero infinito di incisioni discografiche, come il CD 'Chopin - Martha Argerich' in edizione limitata dedicatole dalla Deutsche Grammophone per i suoi 80 anni. E la musica ha segnato anche la sua, a volte vorticosa, vita sentimentale. Le sue tre figlie ( Lyda, Annie e Stephanie) sono infatti nate rispettivamente dalle relazioni con tre diversi musicisti: il direttore d'orchestra Chen Liang Sheng, il violinista Charles Dutoit e il pianista Stephen Kovacevich.

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