Cultura

Casadei, un patrimonio di musica popolare

Ha allargato i confini del genere

Redazione Ansa

Raoul Casadei, il "Re del Lissio" se n'è andato per colpa di quel male che sta impedendo al mondo di stare insieme e di ballare e il Liscio senza ballo e festa è come un pianoforte senza tasti. Se n'è andato pochi giorni dopo che quell'universo che l'aveva incoronato Re è stato celebrato al Festival di Sanremo dagli Extraliscio, un mix di musicisti coltissimi e super star del Liscio come Moreno "Il Biondo" Conficconi che è stato a lungo il cantante dell'orchestra e il braccio destro di Raoul. C'è da scommettere che se in sala ci fosse stato il pubblico, la sera del giovedì, non sarebbe mancato il titolo "L'Ariston diventa una balera". Nipote del leggendario Secondo, che ha fondato l'orchestra nel 1928, Raoul ha allargato i confini del genere mescolando la tradizione con la canzone più popolare ottenendo un successo clamoroso negli anni '70 proprio grazie alla sua immagine popolare che non temeva il kitsch ma era così rassicurante da farlo diventare un richiesto testimonial della pubblicità. Casadei ha costruito un impero musicale (oggi affidato al figlio Mirko) ma ha lavorato su una tradizione che è un patrimonio incredibile di storie, personaggi leggendari, strumentisti portentosi, di musica e navi, di una storia che appartiene alla gente per assimilazione naturale com'è tipico della musica popolare. Il Liscio è un modo di stare insieme, una delle espressioni più tipiche del patrimonio popolare della musica italiana, un mondo dove prima dei soldi conta essere più bravo a suonare e a ballare. Raoul Casadei se ne va mentre la musica dal vivo tace: appena si potrà Mazurche, Polke e Valzer riprenderanno a far muovere i piedi ma nel Grande Libro del Liscio ci sono ancora tantissime storie che meritano di essere raccontate.
   

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