Cultura

Arisa, essere felici non è peccato

In gara con Potevi fare di più, in primavera il nuovo album

Redazione Ansa

Arisa è in continua evoluzione. Come artista e, forse, ancor di più come donna. E anche stavolta, in gara per la settima volta al festival di Sanremo con il brano scritto da Gigi D'Alessio Potevi fare di più, torna con un nuovo look, una nuova consapevolezza e una nuova sfida artistica.

"Ho bisogno di vedermi sempre diversa - racconta -. Cambio perché cambiare mi dà nuovi punti di vista e mi immedesimo nelle persone che ho vicino, come, facendo i dovuti rapporti, diceva anche David Bowie". Con una certezza: "Oggi ho capito di poter fare a meno di tutto tranne che di me stessa". Potevi fare di più è il racconto di un momento di liberazione da una relazione tossica, è la storia di una donna che cerca la forza di dire basta ai continui tentativi di tenere in piedi un amore finito. "C'è la mia storia, ma c'è la storia di tutti. Quando ho ascoltato il brano per la prima volta ho sentito una grandissima verità. E io ho bisogno di cantare cose autentiche per sentirle mie - spiega una delle voci più belle e raffinate del panorama italiano -. La canzone è riflesso di quello che sono oggi. Un messaggio? Imparare ad amare se stessi, per riconoscere l'amore degli altri. Quando siamo in una situazione non congeniale bisogna prendere consapevolezza che nella vita si deve essere felici. Si può fare, non è peccato".

Il brano, "dalle sonorità un po' sognanti e soffici, profondamente melodico e viscerale", farà parte del nuovo disco di Arisa che uscirà in primavera e che segna, anche in questo caso, una nuova ripartenza come indipendente con Believe. "Mi sento padrona della mia musica, prima non avrei potuto esserlo, ero inesperta e non in grado - spiega la cantante che è anche impegnata come insegnante nella scuola di Amici di Canale 5, dopo l'esperienza come giudice a X Factor -. Ora sono più coraggiosa e mi butto sulle cose. Se penso che un brano scritto da me sia bello, non mi vergogno più di portarlo avanti e di far conoscere il mio vero stile".

Nella sua carriera, il Festival - con una vittoria tra le Nuove Proposte (nel 2009 con Sincerità), una tra i Big (nel 2014 con Controvento), una co-conduzione (nel 2015) - è sempre stato un passaggio fondamentale. "Quando una cosa ti dà tanto, devi restituirlo. Quest'anno Sanremo si preannuncia con tante difficoltà, ma andiamo a fare il nostro lavoro e ci adatteremo. Una parte di lavoratori dello spettacolo può avere l'occasione per rimettersi in bolla: tirarsi indietro sarebbe stato un errore e ce la metteremo tutta per fare grande festa e rallegrare gli italiani". E poi continua: "la calca in strada e il pubblico in sala mancheranno tanto, mi mancherà guardare negli occhi le persone per sapere se li sto rendendo felici o meno". Il palco e ancora di più la libertà di cantare è ciò che più le è mancato in questi mesi di fermo degli spettacoli dal vivo. "La voce ha bisogno di uscire, di esprimersi: non vedo l'ora che si riparta a gonfie vele. Io penso di essere sulla terra per fare questo e non altro. I live streaming? Un'idea bellissima, un modo per sconfiggere le minacce esterne e per dire ci siamo, andiamo avanti. Vengo dalla Basilicata, dove ci si abitua a tutto".

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