Cultura

Direttore MiTo, musica ha ruolo sociale

Allena a pensare ascoltando, serve anche a comporre governo

Redazione Ansa

"Molti dei problemi che abbiamo in Italia sono per l'incapacità di ascoltare": basta una frase a spiegare quanto il direttore del festival MiTo Nicola Campogrande sia convinto della "funzione sociale della musica", anche e soprattutto in un momento di bufera politica con il governo caduto e l'incertezza su quello che lo sostituirà.
"Penso sia già un gesto civile ritrovarsi insieme ad ascoltare musica: è un modo per far funzionare il cervello" spiega all'ANSA. "Aprirsi a un'esecuzione è diverso che stare davanti all'ipad a guardare una serie su Netflix. Non solo per comporre il governo ma anche - aggiunge - per riabituarci a pensare ascoltando e vivere insieme".
Non a caso il tema scelto per questa edizione del festival - che dal 30 al 20 settembre porterà 128 concerti a Milano e Torino, un terzo in periferia, tutti gratuiti o a prezzo stracciato - è "Geografie". "Un tema scelto due anni fa" sottolinea Campogrande, quindi ben prima delle polemiche sull'arrivo di migranti e le navi delle Ong come Open Arms.
Anche se, ammette, "la musica è un luogo di accoglienza e scambio" capace di cercare il buono e il bello anche nel diverso.
La dimostrazione c'è già nell'appuntamento inaugurale il 3 settembre alla Scala: quando la pianista svizzera di origine argentina Martha Argerich (forse la solista più famosa al mondo) si esibirà con la Israel Philharmonic Orchestra diretta, per una delle ultime volte, dall'indiano Zubin Mehta. In programma musiche del tedesco Beethoven e il francese Berlioz.
Fra gli appuntamenti in programma imperdibile è la prima europea di Perpetulum, una commissione di MiTo insieme ad alcune istituzioni americane al compositore Philip Glass. "Mi ha stupito - racconta Campogrante -. E' un brano assolutamente sorprendente". Come se non sorprendente almeno inusuale sarà ascoltare la russa Filarmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov eseguirà la prima di Mahler insieme al Larghetto dello scozzese James McMillan, che sarà presente in sala a Milano e riceverà anche il sigillo della città.
LaVerdi diretta per la prima volta dal milanesissimo Daniele Rustioni mostrerà due aspetti diversi della Germania della prima metà del Novecento con i Carmina Burana di Carl Orff e il Till Eulenspiegel di Richard Strauss. L'orchestra del Regio di Torino, la Filarmonica della Scala con Chung, l'orchestra sinfonica della Rai sono solo alcuni degli altri protagonisti che eseguono ciascuno un programma unico creato per il festival e per un pubblico il più vasto possibile.
"Il festival MiTo - sintetizza Campogrande - invita ad ascoltare, seguendo il pensiero. Credo sia un contributo importante alla vita sociale".

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