Cultura

Sanremo: Arisa, sono cambiata e "Mi sento bene"

L'8 febbraio esce l'album "Una nuova Rosalba in città"

Arisa

Redazione Ansa

"Una nuova Rosalba in città" è il titolo del nuovo album di Arisa, in uscita l'8 febbraio per Sugar. Un titolo programmatico, un titolo che rende subito l'idea. Sì, perché Rosalba (nome all'anagrafe di Arisa) si è davvero rinnovata, “perché il cambiamento, passa prima dalla persona e poi dal personaggio”, dice. E lo farà sentire già dal brano sanremese, Mi sento bene (altro titolo che non lascia dubbi), tra atmosfere disneyane e sonorità da musical. "Mi sento bene – spiega la cantante - è la giusta via di mezzo, il giusto mezzo di trasporto, il Caronte che trasporta l'Arisa di prima all'Arisa del futuro. Non so quale sarà esattamente. Io ho molta fiducia nella vita, perché la vita sa già in che direzione andare, e dunque sarò quello che mi è dato essere”.

    Il brano è un tuffo nella musica fine anni ’70 inizi ’80, c’è Raffaella Carrà, c’è Giuni Russo e ci sono anche gli Abba. "E i Blondie. Quel mondo mi appartiene”. Non per caso accanto sul palco, nella serata dei duetti ci sarà Tony Hadley, ex Spandau Ballet. “E’ un’icona di quel periodo. Saremo immersi nella magica atmosfera creata dai Kataklò: la loro danza acrobatica mi ha sempre affascinata e mi piace molto il loro impegno nel portare avanti progetti e attività per i giovanissimi. Vi faremo ballare”, promette Arisa che vede nell’indie italiano di oggi la stessa freschezza di allora: “Gente come Calcutta, Ex Otago, Zen Circus hanno svecchiato la tradizione italiana, che sembrava essersi fermata. Ora il pop è più uptempo”.

    Al suo di rinnovamento, invece, Arisa ha lavorato più di un anno e mezzo, passando in Sugar e facendosi affiancare da un gruppo di lavoro che fosse capace di raccontarla: in campo 6 producer e ben 17 autori (tra i tanti Niccolò Agliardi e Cristiano Malgioglio). “E’ stato interessante vedere come mi hanno interpretato. Mi hanno aiutato a capire me stessa, a vedere da vicino certi miei comportamenti. E' stata una sorta di terapia”. Due brani portano anche la sua firma, “ma è poca roba, io scrivo cose molto diverse, sono malinconica e non voglio per forza fare una cazzata solo perché è mia”. Superati anche i momenti di sconforto che in passato l’avevano fatta dire che avrebbe smesso con la musica. “L’ho detto e mi succede ancora di pensarlo: almeno due volte al giorno. Ma a chi non capita di avere momenti di cedimento? La forza è rialzarsi e continuare. Nascondere le proprie fragilità è disumano”.

    Dunque si riparte da Sanremo, dove giusto 10 anni fa vinceva tra le Nuove Proposte con Sincerità, per poi trionfare tra i Big nel 2014. Si è anche tolta lo sfizio di essere al fianco di Carlo Conti come co-conduttrice nel 2015. “Ma non si può dire che il festival mi ha dato tutto, per dire di avermi dato tutto dovrebbe darmi la direzione artistica, dovrebbe invitarmi come ospite. E poi mi manca vincere l'Eurofestival”. Ma per andare all'Eurofestival bisogna vincere il festival. "Mah...", sospira, lasciando intendere che forse un pensierino ce lo ha fatto.

    A dieci anni di distanza, comunque, l’emozione di quella prima volta è ancora sempre viva: “Il ricordo di Sanremo è legato a Paolo Bonolis e a quando, a Sanremo Lab, gli vennero gli occhi lucidi quando mi ha sentito cantare. Penso a come ero io, a come vedevo le mie scarpe salire sulle scale”, e la voce tradisce l’emozione della nuova Rosalba.   

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