Cultura

Turturro porta in scena a Palermo il suo Rigoletto dark

Regista lascia spazio alle note e al canto e pubblico apprezza

Redazione Ansa

PALERMO - Avvolto nella nebbia della pianura padana, Rigoletto, il buffone di corte dalla doppia vita, si aggira sperduto, perché anche lui è un'"anima nera". John Turturro, alla sua prima regia d'opera, e Francesco Frigeri, per le scene, rendono omaggio a Verdi e a Mantova, con un "Rigoletto" dark, immerso in un'atmosfera asfittica, immorale e senza futuro. Al debutto il 13 ottobre al Teatro Massimo di Palermo, lo spettacolo è frutto di una coproduzione con i teatri di Torino, Liegi e Tokio.

Ambientato alla fine del '700, alla corte del duca di Mantova, la scena, che richiama su un sipario di tulle i due giganti di Palazzo Te, e i bellissimi costumi di Marco Piemontese danno vita a un monocromatismo che va dal nero al blu notte, con l'unica eccezione di Gilda, in bianco, il solo personaggio non toccato dal degrado, che soltanto alla fine lascia intravedere una gonna a fiori rossi, simbolo della sua deflorazione e della rovina. Turturro ha realizzato uno spettacolo elegante, essenziale, sottile, quasi un'opera gotica, a cominciare dalle sedie gigantesche, utili per far risaltare la piccolezza dei personaggi. Nell'opera tutti mentono, tutti tradiscono, regnano l'egoismo e la dissolutezza, ma in nessun caso Turturro concede spazio alle ovvie soluzioni che pure il libretto di Piave potrebbe suggerire. Anzi, il regista statunitense - che viaggia con passaporto italiano e ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco di Aragona, paese da dove provengono i suoi avi - lascia tutto lo spazio alla musica e al canto, restando sempre tre passi indietro, e non per umiltà, ma per convinzione che solo così vengono fuori i veri caratteri dei personaggi. E il pubblico (ben 1.320 alla prima), all'inizio diffidente, apprezza. In gran forma il direttore, Stefano Ranzani, ha superato se stesso, con una misura esemplare.

Nel cast George Petean, Rigoletto dalla voce possente, ancor meglio il baritono del secondo cast proveniente dalla Mongolia, Amartuvshin Enkhbat, dalle eccellenti capacità attoriali. Nel ruolo di Gilda si alternano Maria Grazia Schiavo, voce d'angelo, cristallina e Ruth Iniesta che canta oggi. Ivan Ayon Rivas è un giusto duca di Mantova. Un plauso particolare alle luci di Alessandro Carletti, al servizio della recitazione dei personaggi. Repliche fino al 21 ottobre. Fin qui lo spettacolo. Ma ieri sera, chiuso il sipario, Turturro ha partecipato alla cena in suo onore nel bistrot del teatro, dove sono stati invitati anche i 7 sovrintendenti dei lirici italiani (12 in tutto) presenti alla prima. L'attore regista ha ringraziato tutti, poi è andato a sedersi al tavolo dei cugini di Aragona, dall'antipasto alla frutta, parlando coi parenti senza l'ausilio di interpreti e rodando il suo siciliano acquisito dalla madre.

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