Cultura

Adina nel Paese delle Meraviglie al Rof

Successo giovani cantanti e musicisti in lavoro minore Rossini

Redazione Ansa

Più di dieci minuti di applausi per Adina, farsa semiseria in un atto e secondo titolo in cartellone del Rossini Opera Festival (Rof) andata in scena con grande successo al Teatro Rossini di Pesaro. Festeggiatissimi dal pubblico tutti gli interpreti alle prese con parti vocali di grande virtuosismo a partire da Lisette Oropesa, da molti considerata la rivelazione di questa edizione del Rof, nel ruolo del titolo, affiancata dal solido basso Vito Priante (Califo), dal giovane tenore sudafricano Lev Sekgapane (Selimo), Matteo Macchioni e Davide Giangregorio.

Opera caduta nel dimenticatoio e poi recuperata dal Rof (nel 1999 e nel 2003), Adina resta un lavoro anomalo e misterioso, per quanto minore, nel catalogo rossiniano, scritto su commissione nel 1818, ma poi andato in scena solo nel 1826 (non si sa per quale motivo) a Lisbona. Tra i misteri ancora irrisolti l'identità del committente: forse un importante personaggio portoghese che voleva un'opera per far ben figurare una sua fiamma, probabilmente primadonna al teatro Sao Carlos. Per portare a termine la commissione e non avendo molto tempo a disposizione, Rossini usò un libretto di argomento turchesco di Gherardo Bevilacqua Aldobrandini, scopiazzato da un altro testo già in circolazione, e non esitò a ricorrere agli 'autoimprestiti', riutilizzando pagine di altre opere meno note o che avevano avuto minore successo (in questo caso Sigismondo) e all'aiuto di uno o più collaboratori (anche'essi rimasti anonimi, scrivendo appositamente per il nuovo titolo solo tre numeri musicali, tra cui la cavatina della protagonista "Fragolette fortunate".

Il risultato e' una breve opera in un atto, con poco di farsesco e molto di semiserio, ricca di momenti sentimentali, meditativi o addirittura malinconici, per raccontare una classica storia di amore contrastato che potrebbe essere tratta da Le Mille e Una Notte, un tentativo di fuga dal serraglio e l'inevitabile agnizione finale (Adina è figlia di Califo), nell'originale arricchita dalle "turcherie" tanto in voga tra Settecento e Ottocento. Le stesse che fornirono spunti a Mozart per il suo Ratto dal serraglio e allo stesso Rossini per L'italiana in Algeri e Il turco in Italia. Turcherie, per altro, totalmente eliminate nella regia di Rosetta Cucchi, che ha ambientato la storia in universo ispirato a Lewis Carroll e Alice nel Paese delle Meraviglie, tra verdi giardini, botole, personaggi coloratissimi (cuochi, giardinieri e musicisti e un'immensa struttura che è casa, serraglio e torta nuziale, completata sotto gli occhi degli spettatori. Un'impostazione (Tiziano Santi alle scene, Claudia Pernigotti ai costumi e Daniele Naldi alle luci) apprezzata dal pubblico, che ha accolto con scrosci di battimani anche il giovane direttore Diego Matheuz, per la prima volta a Pesaro, alla testa dell'Orchestra Sinfonica G. Rossini e del coro del Teatro della Fortuna di Fano, preparato da Mirca Rosciani).

Adina replica il 15 e 21 agosto alle 20 e il 18 agosto alle 16.

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