Cultura

Cat Stevens, 70 anni e tante vite tra musica e fede

Da Swingin London all'integralismo islamico e ritorno

Redazione Ansa

Ora che Cat Stevens e Yusuf Islam si sono riappacificati, Steven Demetre Georgiu ha potuto festeggiare il suo settantesimo compleanno. Una storia, tre vite: quella del cantautore cresciuto nato e cresciuto nella Swingin London che conquista il mondo, la storia e la ricchezza con brani come "Father and Son", "Moonshadow", "Wild World", "Morning Has Broken" e album come "Tea For The Tillerman", "Teaser and the Firecat", "Catch Bull At Four", quella della conversione all'integralismo islamico, del clamoroso ritiro dalla scene, del rifiuto della sua identità di Cat Stevens a favore di Yusuf Islam, e quella dell'equilibrio ritrovato di oggi, in cui è tornato a fare dischi e concerti con il suo pseudonimo più famoso, dopo anni in cui aveva considerato la chitarra uno strumento pericoloso e produceva musica solo per un pubblico di fede islamica.

Nelle mille storie incredibili del rock è difficile trovare una vicenda simile. A rendere tutto degno di un romanzo c'è anche un episodio che sembra all'origine della conversione. Nel 1975, dopo anni di dolce vita, già avvertiva una grande stanchezza nei confronti dello show business. A Malibu si avventurò in una nuotata e rischiò di annegare: chiese aiuto a Dio che si manifestò attraverso un'onda benevola che lo spinse a riva. Si mise a studiare il Corano e due anni dopo ricambiò l'aiuto divino convertendosi all'Islam radicale rifiutando la sua vita precedente: ai pochi che riuscirono a incontrarlo disse che Cat Stevens non esisteva più. Riuscì talmente bene a far perdere le tracce che quando nel 1985 Bob Geldoff lo invitò a partecipare a "Live Aid" (per un evento benefico anche Yusf Islam poteva fare un'eccezione), quando Elton John allungò il suo set oltre il previsto, gli organizzatori tagliarono la sua performance senza neanche avvertirlo.

Poi la storia recente di orrori commessi in nome dell'estremismo religioso ha fatto breccia nel suo integralismo (aveva perfino approvato la fatwa contro Salman Rushdie) e così è tornato Cat Stevens, pronto anche a ricordare con divertimento il passato da cui era fuggito. Nel 2014, il super produttore Rick Rubin lo ha riportato in sala d'incisione per l'album "Tell'em I'm Gone", l'anno scorso è uscito un altro album, "The Laughing Apple". Nel 2014 è stato ospite del Festival di Sanremo. Ora a settant'anni può godersi di nuovo il gusto di scrivere e suonare canzoni. E di essere riconosciuto dal pubblico.
   

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